E’ stato un anno difficile: iniziato malissimo, con lo scoppio della pandemia. E per la comunità casertana finito peggio. Ma il Coronavirus non c’entra nulla. La colpa è di un ordigno artigianale che ha spezzato la vita di Domenico Di Giacomo, 25enne del parco Primavera. La colpa, ipotizza la procura di Santa Maria Capua Vetere, sarebbe del fratello Luca, 20enne, e di Peppe ‘a tigre, al secolo Giuseppe Rinaldi, 46enne, già noto alle cronache per i suoi trascorsi turbolenti ed un video contro gli immigrati, diventato virale nel 2017.

Ai due, poche ore dopo il decesso di Domenico, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Caserta hanno notificato un’informazione di garanzia: sono indagati per omicidio colposo, danneggiamento e detenzione e porto in luogo pubblico di armi. L’inchiesta, che sta conducendo il pm Giacomo Urbano, collega Rinaldi e Luca Di Giacomo all’ordigno fatto esplodere nella notte di San Silvestro nel parco Primavera. L’esplosione ferì gravemente Domenico. Le ustioni riportate non gli hanno permesso di sopravvivere. E’ morto venerdì, dopo aver lottato per una settimana in ospedale. Martedì la procura sammaritana provvederà a svolgere accertamenti tecnici irripetibili sul caso: gli indagati, assistiti dagli avvocati Orlando Sgambati, Fabio De Francesco, Nello Sgambato e Claudio Spinosa, potranno nominare i loro consulenti. L’ordigno fatto deflagrare lo scorso 31 dicembre, per festeggiare la fine del 2020 e l’ingresso del nuovo anno, sarebbe stato ottenuto ammucchiando un gran numero di petardi di grosse dimensioni. Un mix devastate. E alla preparazione avrebbe partecipato pure Domenico. L’onda d’urto è stata fatale per il 25enne. Lo scenario post esplosione nel parco Primavera somigliava ad uno scenario di guerra. Una guerra che ha avuto la sua vittima.