TORINO – Il lavoro come motore della ripartenza, soprattutto dopo la crisi pandemica. E’ il messaggio inequivocabile del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Festa del Lavoro che è “festa della democrazia, perché il lavoro è fondamento della Repubblica. La Repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro”. Perché, sottolinea, “senza lavoro buono e dignitoso per tutti non ci sarà neppure la ripresa che vogliamo. Sarà il lavoro a portare il Paese fuori da questa emergenza, perché il lavoro è la condizione, e il motore, della ripartenza, della ricostruzione, della rinascita”.
Il lavoro è il motore della ripartenza
Pensiero condiviso dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando: “La democrazia è più debole quando manca il lavoro o quando è iniquo. Può produrre rabbia sociale che può generare mostri”. Un messaggio di speranza, quello del capo dello Stato, che si rivolge soprattutto a chi in questi mesi ha perso il lavoro. Perché “la pandemia ha inferto ferite profonde, non possiamo sprecare un’occasione e disattendere il dovere di compiere un salto in avanti tutti insieme”, visto che ci sono “momenti risolutivi che ci devono far riconoscere il bene comune e farcelo perseguire”. “Sono certo – aggiunge – che da tanta sofferenza patita sia già nata una coscienza che prevale sulla tentazione di assecondare o di cavalcare lo sconforto”.
I settori colpiti dalla crisi
Senza dimenticare i settori più colpiti dalla crisi, come il turismo, la cultura, la ristorazione, ma anche i lavoratori immigrati sfruttati, gli operatori della sanità e delle forze dell’ordine. E poi, le donne, i giovani e il Sud: “Particolarmente pesante è stato l’impatto della crisi sul lavoro femminile e sull’accesso dei giovani al lavoro. Se la disparità di genere era già un problema molto serio nel nostro Paese, in questi mesi il quadro dell’occupazione femminile è divenuto ancora più fragile, dimostrando peraltro come tante donne siano spesso relegate in posizioni marginali, con contratti precari e part-time. L’incremento dell’occupazione femminile, in termini di quantità ma anche di qualità, è oggi condizione essenziale di una vera ripartenza dell’Italia. Così come lo è la crescita del lavoro dei giovani. A cominciare dal Mezzogiorno. Il Paese per crescere ha bisogno di un Sud che metta a frutto tutte le sue potenzialità”.
La difesa della salute
Mattarella, poi, fa riferimento alla “difesa della salute” e alla necessità di “usare paziente sapienza per riconquistare completa libertà di comportamenti in piena sicurezza. Incognite che comportino il rischio di ulteriori prezzi da pagare con la vita delle persone non sono ammissibili. Già troppo alto è il sacrificio di vite umane provocato dalla pandemia”. Impossibile non cogliere nel suo discorso, infine, il riferimento alle sanzioni imposte dalla Russia al presidente del parlamento europeo David Sassoli, con cui in mattinata si è sentito telefonicamente per manifestargli solidarietà: “Siamo orgogliosi di aver contribuito a questa svolta della strategia dell’Unione Europea e ne sosteniamo le Istituzioni: queste sono baluardo insostituibile di democrazia e di libertà ed è inaccettabile ogni attacco dall’esterno che pretenda di indebolirle”.
L’appello di Mattarella
Poi, il capo dello Stato torna sul tema di giornata e chiude con un appello: “Il mondo del lavoro è stato la locomotiva di un Paese che avanzava. Lo sarà anche per la ripresa per condurci fuori dalle conseguenze della pandemia. L’Italia ha bisogno, anche oggi, di nuove generazioni di costruttori. Ne abbiamo più di quanto spesso non sappiamo: facciamo appello a loro. Buon Primo maggio all’Italia del lavoro. Buon Primo maggio all’Italia che riparte”.
(LaPresse/di Chiara Troiano)