Dl Sicurezza, Di Maio rassicura: “Saremo leali, si deve approvare”

Il vicepremier pentastellato rassicura l'alleato Matteo Salvini e frena i frondisti del Movimento

Foto Fabio Sasso/LaPresse29-10-2018 Maddaloni, Caserta - ItaliacronacaPresentazione del nuovo servizio Mercitalia Fast, treno veloce per trasporto merci delle FS, presso lo scalo merci di Maddaloni.Nella foto: il Ministro Luigi di Maio

ROMA – Sul Decreto sicurezza “Saremo leali, si deve approvare”, parola di Luigi Di Maio. Tiene ancora banco tra i partner di governo la querelle sul dl Sicurezza. 19 parlamentari pentastellati, infatti, hanno firmato una lettera inviata al capogruppo del Movimento Francesco D’Uva per lamentare scarsa collegialità nell’esame del provvedimento che “non trova, in molte sue parti, presenza nel contratto di Governo ed è, in parte, in contraddizione col programma elettorale del M5s”. Solo stamattina Matteo Salvini aveva intimato agli alleati della Lega di andare avanti o “salta tutto”.

Di Maio: “Il Parlamento è sovrano, ma sarà leale al governo”

Il Parlamento è sovrano ma come governo auspichiamo che sia approvato in’ultima lettura alla Camera. Andare oltre significherebbe far sì che decada. Le persone che hanno firmato quella richiesta lo hanno fatto spiegando che riconoscono l’importanza del dl sicurezza per il governo“, Di Maio frena l’iniziativa dei parlamentare frondisti e rassicura il ministro dell’Interno. “Credo che vogliono fare un’azione di testimonianza, ma mi aspetto lealtà al governo che va avanti finché è autonomo“, rassicura.

Salvini: “Dl Sicurezza serve al paese. O passa o salta tutto”

Questa mattina era arrivato l’altolà di Matteo Salvini. Per il leader della Lega è impensabile fare retromarce proprio sul Dl sicurezza. Secondo il capo del Carroccio, infatti, è un provvedimento che “serve al Paese e passerà entro il 3 dicembre o salta tutto e mi rifiuto di pensare che qualcuno voglia tornare indietro”. La replica di Di Maio è secca: “Il decreto si deve approvare. E’ una questione di correttezza. Non ci si può rimangiare la parola“. Il testo arriverà in Aula alla Camera il 23 novembre e il governo potrebbe decidere di mettere la fiducia, come già al Senato. 19 sono i parlamentari firmatari della missiva di protesta. Anche se, pare, due firme sono state aggiunte per sbaglio.

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