NAPOLI (Tommaso Barra) – Poca lucidità, un leggero scoramento, la paura di non poter realizzare un sogno quando tutto sembrava andare nella direzione giusta. Sono molteplici i motivi che possono aver influito nella testa e sulle gambe dei calciatori azzurri di scena al Meazza. Non che il Napoli abbia giocato male, beninteso. Perché la prestazione c’è stata – soprattutto nella ripresa – e a confermarlo sono i numeri (65% di possesso, 11 tiri contro i 3 dell’Inter). Bene, quindi, dal punto di vista della presenza in campo. Ma non è stata quella squadra capace di mettere in fila 10 vittorie, che pure non sono bastate per scrollarsi di dosso l’insaziabile Juventus. Non è stato il Napoli che sarebbe servito per portarsi a casa l’intera posta in palio a San Siro. E’ mancata la ferocia nel chiudere le azioni generate dalla sempre notevole mole di gioco prodotta, la determinazione nell’attaccare gli ultimi metri di campo degli avversari. A Maurizio Sarri, invece, il coraggio di provare qualcosa di diverso per provare a far saltare il banco. Arkadiusz Milik ha fatto il suo ingresso in campo solo all’85’; contro la Roma, con una settimana di allenamenti in meno, era rientrato in campo al 75′. Per giunta, il polacco ha sostituito Mertens, senza che ci fosse un cambio di spartito.
Lo 0-0 di Milano consegna al campionato una nuova conformazione. La più naturale, probabilmente, considerando valori e parametri. Certamente una novità. La Juventus, in testa alla classifica in solitaria, non c’era mai stata. In 27 turni precedenti, il Napoli ha mollato la vetta solo per 15 giorni, nel periodo compreso tra la sconfitta interna patita coi bianconeri e il pari imposto dalla Fiorentina. In quella circostanza fu l’Inter a balzare al primo posto. Complessivamente, quindi, i partenopei hanno passato 25 delle 28 giornate fin qui disputate al comando. Numeri importanti. Ma pensare che la Vecchia Signora, vincendo la partita di recupero di mercoledì contro l’Atalanta, possa balzare a +4, deve rendere l’idea dell’avversario contro il quale il Napoli si sta misurando. Perché tante volte la Juventus ha offerto prestazioni sottotono, a volte quasi orrende. Ma spesso è bastato un guizzo, alla squadra di Allegri, per incamerare i 3 punti. E se nelle ultime 14 partite in serie A i bianconeri hanno incassato appena un gol, tenere il loro passo sarebbe missione ardua per tutti.
Questo campionato, però, ha ancora molto da dire. Intanto, la Juventus resta a +1 e dovrà probabilmente sudarsi la vittoria contro l’Atalanta, a differenza di ciò che sarebbe stato nel caso in cui la partita si fosse disputata regolarmente il 25 febbraio. E poi, anche in caso di successo, 4 punti restano un margine ridotto a 10 giornate dal termine. Soprattutto se si considera che al centro c’è lo scontro diretto. Certo, la storia vuole che allo Stadium il Napoli non abbia mai racimolato neanche un punto. Ma la storia si cambia e lo si fa solo con le grandi imprese. Ecco perché mollare adesso sarebbe un delitto. Non si può, dopo mesi spesi a guardare tutti dall’alto, pensare che quel sogno colorato di verde, bianco e rosso sia già svanito. I partenopei hanno l’obbligo di crederci, pensare di poter andare a vincere in casa degli insaziabili e confidare nel fatto che, fino alla fine, una buccia di banana possa far scivolare anche loro. E’ l’unico modo per scrivere una storia diversa da quella annunciata.