Roma, 13 mar. (LaPresse) – “Non possiamo abbandonare le famiglie. Assicurare i servizi di salute mentale è una battaglia di civiltà. L’Italia è fanalino di coda: siamo l’unico Paese OCSE che destina meno risorse ai servizi psichiatrici. Se è vero che oggi l’assistenza si sposta dagli ospedali ai territori, è altrettanto vero che per farlo servono risorse per garantire l’operatività della rete dei servizi di salute mentale. Chiedo al Governo di intervenire assicurando un Piano nazionale per la salute mentale che ponga fine a una situazione che rischia di degenerare e di essere pagata dalle famiglie”. Lo afferma il senatore UDC Antonio De Poli che accoglie l’allarme di medici e famiglie sui tagli ai servizi psichiatrici in Veneto:
“I tagli in Veneto purtroppo sono in linea con un quadro nazionale che ? preoccupante perché applica i criteri della spending review a un settore che, a 40 anni dalla Legge Basaglia, rischia di entrare in crisi e abbandonare a se stesse le famiglie come i 1500 malati che verranno lasciati a casa a causa dell’aumento delle rette delle residenze psichiatriche. Fino al 31 dicembre 2017 la retta era a carico dei pazienti e il 60% la pagava la Regione con un fondo dedicato di 12 mln di euro che nel 2018 non è stato rifinanziato. In ospedale, in Veneto, le unità operative complesse di Psichiatria sono state dimezzate da 40 a 20. E’ un disinvestimento preoccupante e presenter? un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiedendo quali siano le azioni che il Governo intenda intraprendere per risolvere un problema che non ? solo veneto ma ha contorni più ampi”, conclude De Poli.