Roma, 13 mar. (LaPresse) – Si celebrerà, con molta probabilità a novembre di quest’anno, la prima udienza dell’ultimo atto del processo a Massimo Giuseppe Bossetti, condannato in primo e secondo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. “Bossetti sta vivendo questa attesa nella consapevolezza che è l’ultima spiaggia – ha detto Claudio Salvagni uno dei legali del muratore di Mapello ai microfoni di Legge o Giustizia su Radio Cusano Campus – sarà l’ultimo atto, almeno per quanto riguarda l’Italia. Non dimentichiamo che ci sono anche le giurisdizioni sovra nazionali. Bossetti vive l’ansia di un condannato all’ergastolo che spera nella Cassazione non tanto per l’annullamento senza rinvio, quindi un’assoluzione. Lui vuole che gli venga concessa una perizia sul DNA”. Bossetti, insomma, vorrebbe uscire di galera senza avere alcuna macchia: “Mi sento di richiamare le parole dette da Bossetti nelle ultime dichiarazioni prima che la Corte entrasse in camera di consiglio: “Io non chiedo di assolvermi. Vi chiedo di dimostrare la mia innocenza attraverso una perizia. Senza non posso neanche chiedere un’assoluzione”. Noi legali siamo convinti ci siano stati degli errori. Non vuole uscire di galera rimanendo, agli occhi della gente, l’assassino di Yara. Vuole uscire da questa storia nella maniera più pulita possibile. La sua vita è stata già devastata. Solo una perizia che evidenzi l’errore servirà per dire che bossetti non c’entra nulla con questa storia. Non vuole ombre quando uscirà dal carcere. In caso di assoluzione senza perizia magari qualcuno potrebbe dire che sono stati bravi gli avvocati a trovare dei cavilli. Bisogna fare chiarezza e per farlo serve una perizia per capire i problemi di quel DNA”.