ROMA– “Contribuire a realizzare un mondo in pace, in cui i diritti della persona e dei popoli trovino piena attuazione, secondo regole assunte dalla comunità internazionale. Si tratta di diritti inalienabili e indivisibili”. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, apre le celebrazioni del 75esimo anniversario della Repubblica al Quirinale, accogliendo il corpo Diplomatico. Un appuntamento ancora una volta segnato dalla pandemia, che ha visto solo il tradizionale concerto eseguito dall’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia diretta dal maestro Jakub Hruša, senza il ricevimento per le alte cariche dello Stato. L’Italia riparte, ma ancora con prudenza e gradualità, per questo anche domani giornata di festa non si svolgerà la parata a via dei Fori Imperiali e non ci sarà la tanto attesa apertura dei giorni del Colle ai cittadini, ma un discorso del presidente a chiusura delle celebrazioni, accompagnato da un filmato di RaiCultura. Quella di oggi è comunque l’occasione per fare un punto sullo stato di salute dell’Unione, sui rapporti internazionali in quella che è per l’Italia il ricordo di rinascita dal periodo buio della guerra e della dominazione fascista.
“E’ questa dimensione del multilateralismo – radicata nella nostra Costituzione – che ha espresso l’autentica vocazione del nostro Paese”, insiste Mattarella, riproponendo un concetto basilare del suo mandato da presidente della Repubblica: “Ogni atto di forza contro” i diritti della persona e dei popoli “danneggia la causa della pacifica coesistenza e del sereno sviluppo di relazioni basate sul rispetto del diritto internazionale. La concezione di un bene comune, più importante di ogni particolarismo, ci ha portato ad essere convintamente parte della Unione Europea, elemento imprescindibile della nostra stessa identità nazionale”. Ora dopo la terribile esperienza della pandemia e dei suoi effetti questa cooperazione “ha reso evidente la profonda interdipendenza dei destini dei nostri popoli: soltanto efficaci forme di coordinamento si sono dimostrate utili per contrastarla e sconfiggerla”.
E’ proprio da qui che bisogna ricominciare per “nuova stagione di ripresa e rinascita, civile ed economica. Un nuovo inizio per una comunità internazionale che voglia affrontare con successo le sfide della sostenibilità dei modelli di vita e della lotta alle disuguaglianze”. Proseguire quindi con il confronto, il dialogo, ma soprattutto contrastare nazionalismi che, soprattutto sul fronte dei vaccini, avrebbero bloccato la lotta più importante di questo secolo: quella contro il Coronavirus. Mattarella guarda lontano, con particolare attenzione a quanti sforzi l’Italia sta mettendo in campo per raggiungere l’uscita dal tunnel della pandemia. E come il premier Mario Draghi trasferisce ai concittadini parole di ottimismo nel consueto messaggio ai prefetti che anticipa i festeggiamenti del 2 Giugno. E’ a chi svolge il duro lavoro su campo, con dedizione e abnegazione, che va il pensiero del Quirinale : “Il Paese è ora di fronte ad opportunità di ampio respiro, grazie anche alle pianificazioni e agli investimenti a livello europeo”. In questa delicata fase, cruciale è il ruolo svolto dai Prefetti e amministratori locali “punto di forza essenziale per arginare la recrudescenza del contagio e assicurare la tenuta della coesione sociale”. La gratitudine dell’inquilino del Colle va comunque “a ciascun cittadino che, con il proprio senso civico e il rispetto delle regole, ha dato il suo personale contributo alla lotta contro il virus. Il mio pensiero, in particolare, è per gli anziani e i giovani, radici e futuro della Nazione, che hanno subito in modo rilevante, nei propri percorsi di vita, l’impatto della crisi”. Un ringraziamento, quindi, a chi tiene in vita nel quotidiano le radici della nostra Repubblica che, dopo 75 primavere, porta con sé “progresso straordinario”.
Di Donatella Di Nitto