Roma, 3 apr. (LaPresse) – E’ ufficiale. Le monetine raccolte ogni giorno dalla fontana di Trevi a Roma restano alla Caritas, almeno fino alla fine dell’anno. I desideri dei turisti che visitano la fontana più famosa d’Italia sono un ‘tesoretto’ non da poco: un piccolo patrimonio che, è stato calcolato, si aggira attorno al milione e mezzo di euro all’anno. Per vent’anni è stato in mano alla Caritas diocesana e quest’anno era stato stabilito che sarebbe tornato al Comune. La Giunta capitolina, però, con la memoria n. 22 dello scorso 29 marzo, ha prorogato fino al 31 dicembre 2018 l’affidamento delle monete al braccio pastorale della Cei, da destinare a iniziative di solidarietà e assistenza delle persone più fragili. Il cambio di destinazione del denaro raccolto non è più partito dal primo aprile, come era stato stabilito da una memoria di giunta del Comune di Roma dell’ottobre scorso. La memoria di ottobre prevedeva anche l’istituzione di un tavolo di lavoro in collaborazione con la Caritas.
Una scelta che per la Caritas “conferma gli indirizzi delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 20 anni e che esprime concretamente la solidarietà di tutta la città di Roma verso chi soffre ed è svantaggiato, riconoscendo all’organismo della Chiesa di Roma quella specificità, ‘unica’ nella città, di intercettare e incontrare le più diverse forme di povertà – cittadini senza dimora, anziani soli, immigrati che non riescono ad integrarsi, malati, minori difficili, famiglie in difficoltà – possibile grazie a una ramificazione territoriale di 139 centri di ascolto parrocchiali presenti in tutti i municipi e quartieri”.
Il denaro raccolto in questi anni è diventato pasti erogati nelle mense sociali a chi, seppur in estrema indigenza, non presenta le caratteristiche per l’assistenza, ai servizi di ascolto, assistenza e accoglienza che per diversi motivi non possono godere di altri sovvenzionamenti, ai progetti portati avanti con i servizi sociali territoriali: sostegni per la spesa alimentare, per il pagamento delle utenze domestiche, per l’affitto e per il mutuo, iscrizioni scolastiche, spese mediche, rimpatrio di salme, progetti di microcredito. Interventi di carità diffusa che, spiega la Caritas, “difficilmente potrebbero trovare finanziamenti diversi, soprattutto se derivanti da fondi soggetti a bando e con rendicontazioni specifiche. Quanto raccolto dalla Fontana di Trevi rappresenta in parte un fondo per casi disperati, quelli che pur non rientrando in alcuna ‘categoria’, costituiscono l’aspetto più problematico del disagio: sono ‘gli ultimi tra gli ultimi'”.
“Responsabilità, trasparenza, spirito di servizio e testimonianza: sono questi gli atteggiamenti che ci hanno guidato in questi anni in cui Roma Capitale ha affidato i proventi delle monete di Fontana di Trevi alla Caritas. Scelta che dai volontari è sempre stata considerata come un’attestazione di fiducia per l’opera a favore di tante e diffuse situazioni di povertà e marginalità”, commenta monsignor Enrico Feroci, direttore dell’organismo pastorale della Diocesi di Roma.
“Responsabilità, quindi, anzitutto verso i poveri, i veri beneficiari dei proventi della fontana, per i quali sono utilizzati pensando soprattutto a coloro che non possono avere altre forme di sostegno. In questi anni abbiamo interpretato il nostro ruolo per restituire ai cittadini sofferenti ciò che troppo spesso e per ragioni diverse non riescono ad avere in termini di servizi e, ancor più grave, in termini di diritti. Trasparenza verso l’amministrazione, che ha scelto l’opera della Caritas perché si tratta dell’organismo più diffuso sul territorio e in grado di incontrare, direttamente e non, tutte le forme di povertà e disagio. Situazioni che prevedono una relazione di prossimità basata sulla fiducia e realizzata grazie alla formazione e all’accompagnamento di un vastissimo numero di volontari che ogni giorno rappresentano la vera ossatura di questo sistema di welfare. Testimonianza verso la comunità, attraverso opere che siano dei segni di speranza. È questo lo spirito – conclude monsignor Feroci – con cui la Caritas continuerà la gestione delle monetine di Fontana di Trevi fino a quando l’Amministrazione comunale rinnoverà il mandato”.