Lombardia, nasce Iml: cooperativa medici famiglia più grande d’Italia

Roma, 7 apr. (LaPresse) – Oltre 700 medici di famiglia associati, che assistono più di 1 milione di cittadini lombardi di cui 360.000 affetti da patologie croniche, su un territorio che copre 7 province: Milano, Bergamo, Brescia, Mantova, Monza, Como e Sondrio. Sono questi i numeri di IML – Iniziativa Medica Lombarda, la cooperativa di Medici di Medicina Generale più grande d’Italia, che ha inaugurato oggi a Bergamo la nuova sede centrale, annunciando la nascita del suo Centro Servizi dedicato a supportare il medico di famiglia nella presa in carico dei suoi pazienti cronici.

L’evento inaugurale ha visto la partecipazione di Istituzioni, clinici, rappresentanti dei cittadini, che si sono confrontati sull’importante ruolo svolto dalla Medicina di famiglia nel modello assistenziale delineato dalla riforma sanitaria regionale. Tra i presenti anche Giulio Gallera, di recente riconfermato Assessore al Welfare.

Nei primi mesi del 2018 ha preso avvio in Lombardia una nuova modalità di cura, riservata a chi necessita di accedere con maggiore frequenza ai servizi sanitari. Con l’invio di una lettera a oltre 3 milioni di pazienti colpiti da patologie croniche (diabete, cardiopatie, malattie polmonari etc.), la Regione ha invitato i cittadini interessati a scegliere il proprio “gestore”. Questa figura avrà il compito di stilare ogni anno per il proprio assistito il Piano Assistenziale Individuale (PAI), definendo un programma personalizzato di esami e visite specialistiche, prenotandone i relativi appuntamenti e assicurando l’erogazione delle prestazioni previste. A ricoprire il ruolo di gestore potrà essere un medico di famiglia organizzato in forme associative come le coop, garantendo così al paziente la continuità del rapporto instaurato da anni con il proprio curante di fiducia; in questo caso, la cooperativa si porrà al servizio del cittadino per organizzargli l’iter assistenziale, facendosi carico di tutti gli aspetti amministrativo-gestionali. Qualora invece il medico non si candidasse, il cittadino potrà rivolgersi a una struttura sanitaria e sociosanitaria accreditata.

“Fin dall’inizio abbiamo accettato la sfida della gestione della cronicità proposta da Regione Lombardia, perché pensiamo rappresenti un’opportunità di crescita professionale per il Medico di Medicina Generale”, ha dichiarato Mario Sorlini, Presidente di IML. “Come cooperativa, abbiamo impegnato tempo e risorse per creare un Centro Servizi a supporto dei nostri soci e dei loro pazienti, nello sforzo di contribuire allo sviluppo di una sanità territoriale meglio organizzata, che abbia caratteristiche di prossimità all’assistito e sia in grado di migliorare gli indicatori di salute dei cittadini presi in carico, monitorandone le condizioni cliniche per prevenire o ritardare la comparsa di eventuali aggravamenti. Puntiamo a raggiungere i 100.000 pazienti arruolati entro la fine del 2018 e a promuovere un’offerta sempre maggiore di servizi di telemedicina, quali telecardiologia e telespirometria, già sperimentate con successo nel progetto CReG (Chronic Related Group). Prevediamo infine di organizzare, per i nostri medici e i loro collaboratori di studio, numerosi corsi formativi sulle modalità di presa in carico delle diverse patologie croniche, favorendo al tempo stesso la collaborazione con gli specialisti, che sarà imprescindibile per la formulazione dei Piani Assistenziali Individuali”.

“Per rispondere ai bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana, i nostri medici di famiglia, supportati dalla cooperativa, negli ultimi anni avevano aderito al Progetto CReG, gestendo proattivamente 55.000 pazienti”, ha ricordato Anna Carla Pozzi, Vice Presidente di IML. “L’esperienza ha dimostrato che, passando dalla ‘medicina di attesa’ alla ‘medicina di iniziativa’, si migliora l’aderenza dell’assistito alle cure e ai controlli strumentali, con ricadute positive sulla diminuzione degli accessi in Pronto Soccorso e dei ricoveri ospedalieri, oltre che sull’andamento della patologia cronica. Questi sono gli obiettivi da seguire anche in futuro, adottando il nuovo modello lombardo di percorso assistenziale, che è l’evoluzione naturale del CReG. Le esigenze cliniche del paziente continueranno ad essere soddisfatte dal medico generalista, mentre la coop si farà carico della parte burocratico-organizzativa tramite il Centro Servizi, permettendo ai propri soci di investire più tempo nella relazione con i loro assistiti. La pianificazione degli accertamenti nell’arco di un anno potrà contribuire a una razionalizzazione delle liste d’attesa e IML garantirà al cittadino la libera scelta delle strutture dove farsi curare, poiché abbiamo siglato contratti con gran parte degli enti pubblici e privati accreditati presenti nelle 7 province dove operiamo”.

“Come recita l’incipit di un nostro vademecum, il tempo dedicato all’informazione e alla relazione è cura”, ha commentato Paola Pelliciari, Coordinatore regionale Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva Lombardia; “l’ascolto e il tempo ad esso dedicato devono quindi rientrare tra le normali attività di ogni medico. Il bisogno di prossimità è, senza dubbio, ciò che emerge più chiaramente dalle segnalazioni dei cittadini ai nostri sportelli. A questo si aggiunge la necessità di una vera e concreta ‘sburocratizzazione’ dei compiti del medico di famiglia, così come di un efficientamento delle modalità di presa in carico: ben vengano dunque i Centri Servizi delle cooperative, se consentono di andare in questa direzione. Anche la tecnologia e la telemedicina possono decisamente contribuire allo scopo, accanto ad una informazione più puntuale e accessibile a tutti i cittadini”.

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