Aosta, 8 apr. (LaPresse) -“Ieri a Ivrea, al convegno sul futuro organizzato dalla Fondazione Casaleggio, non è stato fatto entrare un giornalista della Stampa, Iacoboni. Ho chiamato Iacoboni mentre arrivavo alla sede dell’incontro per cercare di portarlo dentro con me (ero invitato a parlare), mi ha risposto che aveva già concordato il da farsi con il suo direttore. Appena entrato al convegno ho verificato con gli altri giornalisti presenti quel che era accaduto, e ho protestato con gli organizzatori. Nessun giornalista- erano presenti tutte le testate- ha proposto forme di protesta per la vicenda né ha manifestato il proposito di lasciare la sala. Neanche l’inviato (bravissimo) dello stesso giornale di Iacoboni, che pure aveva contattato la direzione. Nessun giornalista durante l’incontro con la stampa di Di Maio gli ha chiesto nulla sul caso”. Lo scrive su Facebook Enrico Mentana.
essuno dei tanti giornalisti intellettuali scienziati esperti etc saliti sul palco del convegno ha speso una singola parola, nemmeno il procuratore Di Matteo. Ho ritenuto doveroso farlo io, quando è stato il mio turno, appena salito sul palco. Come già sapevo questo avrebbe scatenato le opposte fazioni: gli oltranzisti, per i quali le parole di condanna sono sempre troppo deboli e comunque tutti i giornalisti dovevano andarsene indignati (salvo poi dimenticarsi di chiederlo ai loro colleghi e amici) e i giustificazionisti, per i quali semplicamente quel provocatore di Iacoboni se l’era andata a cercare e ha avuto il suo”, dice Mentana.
“Ma mentre ciascun altro cittadino è libero di dire la sua, per i giornalisti soloni sarebbe più corretto spiegare ieri loro cosa hanno fatto. Hanno chiamato i loro giornali, i loro direttori, i loro Cdr? Hanno chiamato i loro inviati a Ivrea per chieder loro di rientrare o di fare un gesto di protesta? Non hanno fatto niente, assolutamente niente. Al massimo un tweet da casa: indignazione virtuale e schadenfreude”., conclude Mentana.