Caltanissetta, 18 apr. (LaPresse) – A conclusione di indagini sul mancato utilizzo del depuratore di Butera, interamente finanziato dalla Regione Sicilia ma mai messo in funzione, militari della guardia di finanza della compagnia di Gela hanno presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti, per un danno stimato in oltre 8 milioni di euro. Alla luce delle tante anomalie riscontrate e della rilevata mancata utilizzazione dell’impianto, la Compagnia ha segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti, per responsabilità erariale, Rup pro tempore, il progettista e direttore dei Lavori, i legali rappresentanti delle imprese riunitesi nell’Ati esecutrice dei lavori, il collaudatore tecnico-amministrativo dei lavori, il Responsabile del Settore Tecnico pro tempore del Comune di Butera, i sindaci pro tempore, i funzionari della Regione Siciliana pro tempore ed in particolare il Dirigente dell’Ispettorato Regionale Tecnico e i Dirigenti del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti.
Il progetto fu approvato dal Commissario Delegato per l’Emergenza Rifiuti e la Tutela delle Acque in Sicilia, aveva ottenuto il finanziamento da parte dell’Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque nel mese di ottobre 2006, per la somma di 4.046.310,8 euro da gravare sui fondi di cui alla Delibera CIPE 84/2000. I lavori, iniziati nel maggio 2007, dovevano essere conclusi entro 18 mesi, e cioè entro il 7 novembre 2008. A causa di una lunga serie di motivazioni (tra cui diverse sospensioni, mancanza di autorizzazioni, impossibilità di accesso ai luoghi, perizie di variante ed altro ancora) i lavori si sono protratti fino alla data del 19 agosto 2013 e le opere collaudate con esito positivo, il 10giugno 2014, nonostante nell’ultima visita effettuata, il collaudatore avesse attestato il mancato collegamento alla rete elettrica. Da quella data, trascorsi ormai quasi quattro anni, l’impianto di depurazione non è ancora funzionante.
I finanzieri, nell’ambito delle diversificate attività di controllo del territorio finalizzate alla verifica circa il corretto adempimento delle prescrizioni imposte dalla normativa ambientale, avevano avuto modo di riscontrare l’anomalo caso relativo allo scarico delle acque reflue prodotte dall’agglomerato urbano del Comune di Butera che, seppur apparentemente provvisto di impianto di depurazione, continuava (e continua) a scaricare tali liquami all’interno di un canalone ad esso adiacente che li convoglia direttamente verso il bacino del lago Comunelli le cui acque, oltre ad essere utilizzate ai fini irrigui dagli agricoltori della zona, sfociano nella zona di Marina di Butera.
– Sulla base di tali preliminari accertamenti, la Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo ha incaricato la Compagnia di Gela di accertare l’eventuale configurabilità di danno erariale con riferimento ad azioni negligenti e/o omissive di soggetti diversi, anche appartenenti alla pubblica amministrazione, correlate alla mancata funzionalità dell’impianto di depurazione del Comune di Butera.
A seguito di una laboriosa e complessa attività nel corso della quale si è proceduto all’acquisizione di informazioni sia da soggetti interessati nella realizzazione dell’opera che da soggetti coinvolti nella erogazione del finanziamento presso l’Ente Regionale, nonché all’acquisizione di copiosa documentazione presso Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque di Palermo, organo della Regione Sicilia deputato all’erogazione e al controllo del finanziamento stesso, i finanzieri del Nucleo Mobile hanno potuto accertare come la progettazione dell’opera, risalente al lontano anno 1989, aveva avuto diverse correzioni e rielaborazioni per essere adeguata alle prescrizioni di volta in volta imposte dall’Ente Regionale, e ritenute necessarie per poter eccedere al finanziamento finale. A seguito dell’aggiudicazione dei lavori, la somma finanziata era stata rideterminata in 3.812.446,58 euro a causa del ribasso d’asta offerto dall’Ati aggiudicataria