Stato-Mafia, attesa sentenza di Palermo nel pomeriggio

Roma, 20 apr. (LaPresse) – Cresce l’attesa per la sentenza della corte d’Assise di Palermo che si pronuncerà sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Il verdetto è previsto oggi intorno alle 16 e sarà letto nell’aula bunker del carcere Pagliarelli. I giudici sono entrati in camera di consiglio lunedì scorso.

Nel processo, cominciato nel 2013, sono imputati gli ex vertici del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno, i boss Antonino Cinà e Leoluca Bagarella, l’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, il pentito Giovanni Brusca, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato, Massimo Ciancimino, che risponde di concorso in associazione mafiosa e calunnia e l’ex ministro Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza.

Al centro del dibattimento il presunto patto che pezzi delle istituzioni, nel ’92, tramite i carabinieri, avrebbero stretto con Cosa nostra per fare cessare le stragi.

La pubblica accusa è rappresentata dai pm Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.

Per Bagarella la richiesta è di 16 anni, per Cinà di 12, stessi anni per Subranni, 15 per Mori, 12 per De Donno. Di minaccia a Corpo politico dello Stato era anche accusato Marcello Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia che già sta scontando una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Per lui i pm hanno chiesto la condanna a 12 anni. Per Mancino sono stati chiesto 6 anni.

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