Draghi (Bce): “Crescita lenta, non è il momento di una exit strategy”

La fine del Quantitative easing si avvicina sempre di più

LaPresse-Xinhua

ROMA (aa)Mario Draghi rispolvera il motto delle tre ‘p’: prudenza, pazienza e persistenza. Ma il presidente della Bce non può far altro che lanciare l’allarme. “I segnali negativi sono stati rispettati – dice – la ripresa dell’economia ha subito un rallentamento”.

Proroga di tre mesi del piano straordinario di acquisti in scadenza a settembre

Tra gli accorgimenti presi per frenare la situazione di crisi, Mario Draghi ipotizza una proroga di tre mesi del piano straordinario di acquisti in scadenza a settembre. “Dobbiamo capire le cause di quanto successo – afferma Draghi – e poi iniziare a studiare una exit strategy. Ma adesso non è il momento”.

Il Quantitative easing ha i giorni contati, decisione ineludibile

Nel frattempo la crescita procede a rilento.  Per questo motivo l’inflazione fatica a salire. A rischio il target del due per cento. Draghi inizia a considerare anche “la reazione a qualsiasi restringimento non desiderato o non accettabile delle condizioni finanziarie che possa impattare sui prezzi”. Sembra che la Bce voglia allontanare una presa di posizione che pare ineludibile: la fine del Quantitative easing.

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