Malta, migliaia a La Valletta chiedono giustizia per Caruana Galizia

Demonstrators hold posters depicting murdered Maltese journalist Daphne Caruana Galizia as they attend a protest vigil outside the Maltese High Commission in London on April 16, 2018, six months after she was assasinated. Caruana Galizia was assassinated by a car bomb on October 16, 2017, just down the road from her residence. The blogger had made repeated and detailed corruption allegations against both Muscat's inner circle and the opposition. / AFP PHOTO / Tolga AKMEN

La Valletta (Malta), 29 apr. (LaPresse/AFP) – Migliaia di persone hanno manifestato oggi per le strade di La Valletta, la capitale di Malta, per chiedere “verità e giustizia” oltre sei mesi dopo l’omicidio della giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia. Il corteo era stato organizzato dai gruppi Awturi e #OccupyJustice, collettivo militante diretto da donne, sull’onda delle rivelazioni relative al ‘progetto Daphne’, nell’ambito del quale 45 giornalisti di 18 media di tutto il mondo hanno lavorato insieme riprendendo l’enorme massa di documenti lasciati dalla reporter. Daphne Caruana Galizia è stata uccisa il 16 ottobre del 2017, a 53 anni, quando la sua auto imbottita di esplosivo è saltata in aria. Secondo gli organizzatori della manifestazione, dalle ricerche sono emersi dei legami del ministro del Turismo Konrad Mizzi e del capo di Gabinetto del premier Joseph Muscat, Keith Schembri, con una società la cui sede è a Dubai, chiamata 17 Black, nonché legami di quest’ultima con altre società con sede a Panama. “Criminali, bugiardi, il vostro posto è in prigione”, scandivano i manifestanti, chiedendo la verità sull’omicidio della giornalista maltese.

L’inchiesta sulla morte della giornalista è ancora in corso. Tre uomini, accusati il 5 dicembre, si sono dichiarati non colpevoli di avere fabbricato la bomba che ha ucciso Caruana Galizia e della partecipazione a un’organizzazione criminale. Daphne Garuana Galizia aveva rivelato alcuni degli aspetti più bui della politica maltese, attaccando in modo virulento il primo ministro Joseph Muscat ma anche il capo dell’opposizione.

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