ROMA (Loredana Lerose) – Governo di tregua, è questa l’ultima trovata delle forze politiche che in 62 giorni non sono riuscite a trovare il modo di accordarsi e dare al paese un esecutivo. Lunedì ultimo giro di consultazioni al Colle, per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato il momento di decidere.
Le possibilità
Il capo dello Stato si trova davanti ad un bivio: affidare al leader del centrodestra, il leghista Matteo Salvini l’incarico di recarsi in Parlamento e chiedere sostegno ai singoli deputati e senatori per raggiungere i numeri necessari a governare, oppure proporre un ‘governo di tregua’ (ossia un governo accozzaglia che tenga dentro tutti, M5S, Lega, Fdi, Fi e Pd) affidandone la guida a una personalità ‘terza’.
Gli ostacoli
In entrambi i casi, il percorso sarà ad ostacoli. Salvini è pronto a chiedere l’incarico, democrat e grillini non lo sono ad appoggiare un governo di centrodestra a trazione leghista. Solo un miracolo porterebbe il leader del carroccio ad ottenere l’appoggio degli avversari. La seconda ipotesi, quella del governo di tregua, entusiasma solo alcuni esponenti del Pd, tra cui Ettore Rosato.
Il pour parler dei dem
Proprio il democrat, da cui prende il nome la legge elettorale ‘rosatellum’ che ha prodotto la fase di stallo attuale, si lancia in ipotesi poco convincenti. “Noi abbiamo dato disponibilità al dialogo con tutte le forze politiche ma con dei paletti: No a Di Maio o Salvini premier – ha detto, come se ci fossero altre possibilità in grado di rispettare il voto dello scorso 4 marzo – Un governo di tregua proposto dal presidente della Repubblica avrebbe il nostro sostegno. Certamente Gentiloni ha tutte le carte in regola per essere un rappresentante del Pd come possibile Premier. Lavoro che sta facendo bene”. Qualcuno dovrebbe ricordare a Rosato che Gentiloni è il premier uscente voluto dal Pd, ma sarebbe il colmo se l’unica forza politica che ha perso le elezioni, in maniera netta e inopinabile, esprimesse il nuovo premier, fosse anche per sole 48 ore.