ROMA (Gianni Ibello) – Le parti sono d’accordo. La Figc ha scelto Roberto Mancini come nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana. L’attuale allenatore dello Zenit San Pietroburgo ha di fatto accettato l’incarico illustratogli da Fabbricini e Costacurta. L‘ex Inter si è detto pronto a tagliarsi lo stipendio pur di sposare la causa tricolore, ma bisogna ancora limare gli ultimi dettagli. La Federazione non vuole sforare il tetto dei due milioni l’anno a fronte di un contratto biennale che sarà poi eventualmente ridiscusso dopo i prossimi campionati europei.
Ostacolo Zenit
Per l’ufficialità manca ancora il placet dello Zenit. I russi potrebbero ostacolare le intenzioni dello jesino e rivolgersi alla Fifa per la rottura del contratto senza giusta causa. Questa, però, è solo un’eventualità. La dirigenza dei bianco-azzurri ha già fatto sapere che non parlerà fino al 14 maggio, data dell’ultima partita di campionato. Una volta chiuso l’accordo economico tra le parti bisognerà parlare di progetti. La Nazionale, e questo non è un mistero, non è più quella di un tempo. Lo scarto generazionale rispetto agli anni 90 non ha premiato il movimento calcistico la cui scuola ha dominato fino al 2006. L’auspicio è che il trionfo di Berlino non il “canto del cigno”. Il fisiologico ricambio di giocatori non ha offerto grossi spunti. L’Italia non ha campioni degni del glorioso passato azzurro.
Poche garanzie tecniche
A chi affidare, dunque, le chiavi dello spogliatoio? Mario Balotelli non sarà un campione in grado di decidere da solo le sorti di una partita, ma resta – almeno sotto il profilo strettamente tecnico – uno dei calciatori italiani più validi. Il talento ribelle (attualmente al Nizza) ha già lavorato con Mancini, sia all’Inter che al Manchester City. Secondo i bene informati, il nuovo ciclo potrebbe ripartire proprio da lui e da una serie di giovani come Chiesa della Fiorentina o Verdi del Bologna che stanno ben figurando con le rispettive squadre di club.