Roma, 14 mag. (LaPresse) –
Non posso nascondere la mia soddisfazione per l’incremento delle immatricolazioni registrato nell’anno accademico 2017/2018: in base alle informazioni contenute nei database ministeriali, sono 290.131 le studentesse e gli studenti che hanno scelto di intraprendere, quest’anno, un percorso di studi universitario.
Un dato che segnala un’inversione di tendenza significativa per questo settore formativo”. Così la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli in una nota.
“Per ritrovare un livello simile di ingressi, infatti, come viene riportato oggi anche sugli organi di stampa nazionali, bisogna guardare al 2008/2009. Il nostro sistema di istruzione superiore sta beneficiando di politiche di valorizzazione, sostegno, investimento che con convinzione abbiamo portato avanti nei mesi scorsi. Sono orgogliosa del lavoro fatto fin qui: le nostre università sono il pilastro su cui costruire lo sviluppo del Paese. Mi auguro che questo impegno – doveroso e atteso a lungo dalle donne e dagli uomini che sono parte attiva dei nostri atenei – non venga disperso, ma anzi venga proseguito dal prossimo governo con la stessa lungimiranza e con lo stesso senso di responsabilità”, aggiunge.
“In questo anno e mezzo, in continuità con il governo che ci ha preceduti, abbiamo lavorato per migliorare la qualità e l’efficienza del nostro sistema universitario, in termini di semplificazione delle procedure, di sostegno e valorizzazione del settore, di investimenti e attenzione alle nuove generazioni – dice Fedeli – Con l’obiettivo di costruire condizioni di uguaglianza e pari opportunità per tutte e tutti. I primi risultati sono evidenti se consideriamo che l’aumento delle immatricolazioni ha riguardato il territorio nazionale nella sua interezza.
Nel nuovo Piano triennale 2016-2018 abbiamo introdotto linee strategiche di sviluppo del sistema universitario per stimolare e premiare gli atenei che si distinguono e mostrano segni di miglioramento nell’ambito della didattica, della ricerca, dell’internazionalizzazione: per questo intervento abbiamo assegnato alle Università circa 300 milioni di euro. Per quanto riguarda quest’ultimo abbiamo aumentato le risorse: nel 2017 siamo passati da 6,957 miliardi a 7,011 miliardi; nel 2018 arriveremo a 7,347 miliardi. In questo modo l’FFO tornerà a sfiorare la quota di 7,4 miliardi di euro del 2009”.
“Ma abbiamo messo in campo misure importanti destinate direttamente alle studentesse e gli studenti. Misure che mirano a incentivare le immatricolazioni e a ridurre il fenomeno degli abbandoni e che hanno riformato in maniera radicale e strutturale le politiche di diritto allo studio – dice ancora la ministra – Abbiamo stabilizzato il Fondo Integrativo Statale (FIS) per il diritto allo studio a 237 milioni di euro (con un incremento stabile a partire dal 2017 di 50 milioni e di ulteriori 20 milioni da quest’anno) e contemporaneamente abbiamo varato specifici interventi che hanno finalmente consentito la fissazione, dopo una lunga e complessa trattativa, dei fabbisogni finanziari delle Regioni in tema di diritto allo studio e dei nuovi criteri di riparto del FIS.
Inoltre, per la prima volta sono stati distribuiti con l’FFO 2017 anche i fondi per la no-tax area, prevista dalla legge di bilancio per il 2017, che consente per la prima volta alle studentesse e agli studenti con ISEE fino a 13.000 euro di essere esonerati dal pagamento delle tasse e garantisce tasse calmierate a coloro che hanno un ISEE fra 13.000 e 30.000 euro. Senza contare, infine, che con il provvedimento che definisce i criteri per la ripartizione delle risorse per il diritto allo studio sono stati introdotti interventi mirati a incentivare la mobilità internazionale, per le studentesse e gli studenti meritevoli provenienti da contesti socio-economici svantaggiati, l’orientamento e il tutorato universitario, le iscrizioni alle classi di laurea di ambito scientifico-tecnologico, con riferimento particolare alle iscrizioni delle studentesse.
Per quest’ultimo ambito abbiamo lavorato con determinazione, convinti come siamo che un Paese non possa dirsi compiutamente sviluppato se, per via di pregiudizi e stereotipi culturali, non riesce a giovarsi delle intelligenze di tutti i suoi cittadini, donne o uomini che siano. Le studentesse che scelgono le materie scientifiche sono oggi il 38%, contro il 76% di quelle che intraprendono percorsi di studio in area umanistica. Continuiamo a impegnarci per garantire pari opportunità e libertà di scelta al nostro capitale umano. Per costruire società eguali e giuste. Mi auguro che il governo che verrà sappia fare tesoro di questo patrimonio di azioni intraprese e sappia dare continuità a beneficio delle nuove generazioni e del nostro Paese”.