CARACAS (Rita Sparano) – La Kellogg’s ha chiuso la sua sede in Venezuela. La filiale della grossa multinazionale americana ha annunciato la chiusura con una lettera di licenziamento e un comunicato che precisa agli ormai ex dipendenti che la scelta è stata dettata dal “deteriorarsi della situazione economica e sociale nel paese”, cosa che ha obbligato loro a “cessare le nostre operazioni a partire dalla data di oggi”. La fabbrica in questione si trova nello stato venezuelano di Apuro, nella città di Maracay. La chiusura arriva dopo 56 anni di attività.
La chiusura a pochi giorni dalle elezioni in Venezuela
La notizia della chiusura di un’importante fabbrica sul territorio venezuelano arriva in un momento assai delicato per il paese. I cittadini del Venezuela domenica prossima saranno infatti chiamati alle urne per eleggere il loro nuovo presidente. Il licenziamento di un gran numero di lavoratori è dunque qualcosa che va sicuramente ad alimentare la tensione elettorale. Il presidente Nicolas Maduro si è già scagliato contro la chiusura della Kellogg’s, della quale ha detto essere “controllata da investitori messicani, si è svegliata oggi con le porte chiuse e ai suoi lavoratori hanno pagato gli stipendi e la liquidazione”, cosa che, denuncia Maduro, “è incostituzionale ed illegale”. Maduro ha annunciato la riapertura dell’azienda tramite un’azione del governo rivoluzionario. “Il governo rivoluzionario ha riaperto l’azienda, e l’abbiamo consegnata ai lavoratori: ora sta già producendo”, ha detto.
Maduro: “Allerta rossa per la cattura dei proprietari della Kellogg’s”
Il presidente venezuelano è andato oltre, promettendo l’arresto dei proprietari dell’azienda, per i quali ha infatti disposto un’allerta rossa per la loro cattura. “Ora pagheranno davanti alla giustizia”, ha promesso Maduro al popolo. “Perché l’hanno fatto oggi? Perché siamo a quattro giorni dalle elezioni e credono che così il popolo si spaventerà”, ha detto Maduro nel corso di un meeting. “Imperialisti, oligarchi, a questo popolo non lo spaventa nessuno, perché ha un presidente ed un governo che lo proteggono”, ha concluso il presidente.