Di Alberto Zanello
Torino, 19 mag. (LaPresse) – Per un ciclo che finisce ce n’è già uno pronto a ripartire. Perché alla Juventus, come recita uno dei suoi slogan più ripetuti, “vincere è l’unica cosa che conta” e ogni successo rappresenta un punto di partenza per quello successivo. Però certi uomini sono più difficili da sostituire, soprattutto se per 17 stagioni hanno difeso i pali della porta e trasmesso un certo tipo di mentalità e dna, anno dopo anno, ai nuovi arrivati.
La partita con l’Hellas Verona non è stata però l’ultima passerella solo per Gianluigi Buffon.
Anche Kwadwo Asamoah e Stephan Lichtsteiner, due pilastri dei trionfi in serie dei bianconeri, hanno scritto la parola fine alla loro avventura a Torino. Campioni che “mi hanno insegnato più di quanto abbia fatto io con loro”, ha ammesso non a caso Massimiliano Allegri in conferenza stampa sottolineando l’importanza dei senatori di questo gruppo. “Non si vince per caso così tanti anni – ha aggiunto – Io credo di aver trasmesso a loro un po’ della mia sana follia”.
Il vuoto più grande sarà però inevitabilmente quello che lascerà in eredità il capitano. “Abbiamo un bellissimo rapporto, mancherà un leader straordinario di questa squadra. Lo reputo il portiere più forte di sempre, magari sono di parte ma i numeri dicono questo.
In più è un uomo che nello spogliatoio fa fare il salto di qualità, quando parla lui stanno tutti a sentire. Mancherà la persona, in questi anni ci ha dato tanto”, ha detto di lui Andrea Barzagli, uno di quelli chiamati a non far rimpiangere Buffon soprattutto fuori dal campo. “Il nostro capitano andrà via e a me dispiace, perché è una persona speciale per me.
Solo l’idea di perderlo mi rende triste”, ha ammesso Benatia, che in questa stagione è stato tra i protagonisti della cavalcata della Juve passando dal ruolo di riserva di lusso a titolare quasi inamovibile. Anche un altro ex Roma, Miralem Pjanic, che ha ulteriormente alzato l’asticella delle sue prestazioni in questa stagione, ha voluto salutare il proprio portiere.
“È uno dei più grandi: non so se lascerà il calcio, ma lascerà la sua Juve – ha evidenziato – Ci mancherà tanto, è una persona superlativa e io sono onorato di aver potuto giocare con lui”.
La forza della Juve tuttavia sta nella società, ancor più che negli uomini che la rappresentano stagione dopo stagione. E quindi nella programmazione. Ecco perché nel giorno della festa è già tempo di pensare alla stagione che verrà. Verosimilmente con Massimiliano Allegri ancora al timone.
“Lunedì dovrei vedere la società – ha svelato l’allenatore toscano – Ci incontreremo la prossima per pianificare il futuro, per capire dove dovremo migliorare, non ci sono problemi”.
L’obiettivo è il solito: confermarsi in Italia e tentare l’assalto al ‘pensiero stupendo’ della Champions League.
“I ragazzi devono essere contenti di quello che hanno fatto, ma dalla prossima stagione dovremo azzerare tutto e ricominciare”, avverte Allegri. “Questo settimo Scudetto è stato il più bello, ognuno ha fatto qualcosa di straordinario.
Manca solo la Champions e spero negli anni futuri di poterla vincere – rilancia Pjanic – la Juventus si sta attrezzando per farlo”. Perché in fondo uno dei segreti della Vecchia Signora è proprio questo: non accontentarsi mai e guardare sempre avanti. Con un ciclo nuovo, anche senza il guardiano che l’ha protetta per oltre quindici anni.