Governo, l’ingerenza dell’Europa e lo spettro dello spread

Borsa - Piazza Affari
Foto LaPresse/Stefano Porta

ROMA (Mariano Paolozzi) Spread alle stelle, Piazza Affari cola a picco. Dall’Europa, dall’Italia e dall’estero il copione è sempre lo stesso: no a instabilità, no a manovre che minano l’Ue, no passi azzardati. In queste settimane, in cui si tenta di costruire un governo nato dall’accordo tra Lega e 5Stelle, sono più o meno questi i concetti e le parole provenienti da più parti. Giuste preoccupazioni o insopportabili ingerenze? Timori condivisibili o la solita tecno-burocrazia europea e non solo europea che si muove? Buon senso o egemonia dell’economia sulla politica. Un po’ tutto, ma le parole provenienti dall’ambiente Ue suonano per certi versi sinistre e minacciose.

L’ingerenza dell’Europa e il ricatto dello spread

Una delle crisi della democrazia, come sostengono in tanti, risiede nella supremazia delle burocrazie sovranazionali e dei poteri economici nei confronti della politica e delle scelte proprie di ogni nazione. Orientativamente è questo che sostengono le due forze che stanno cercando di formare un governo, Lega e 5Stelle. In ultimo, le parole di Matteo Salvini e Alessandro Di Battista vanno in questo senso. Dall’altro lato, l’incapacità delle altre forze politiche di mettere in discussione dei diktat provenienti dall’alto e dall’estero. Se da un lato l’instabilità politica produce altissimi rischi, dall’altro le scelte di un paese non dovrebbero essere dettate dai ricatti dei mercati o di alcune segreterie politiche eurocentriche. Ma tant’è.

I dubbi sul ‘contratto di governo’ senza coperture

Vero è che, tornando alla fattispecie italiana, che il ‘contratto di governo’ stipulato da Lega e 5Stelle ha dei coni d’ombra molto grossi. Le coperture economiche per far convivere il ripensamento della legge Fornero, il reddito di cittadinanza (rivisitato) e la flat tax (rivisitata), ad esempio, non ci sono o meglio, non vengono indicate nel documento. Così come la portata squisitamente politica di un governo espressione dell’accordo tra Salvini e Di Maio è fortemente orientato in un senso. Forse, come spesso accade, si dovrebbe trovare una mediazione guidata dal buon senso tra alcune richieste dell’Ue e alcune intenzioni dell’eventuale nuovo governo futuro.

 

 

 

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