WASHINGTON (Leonardo Crocetta) – Gli Stati Uniti indagano sul mercato delle auto importate. Durante un incontro con il segretario al commercio Wilbur Ross, il presidente Donald Trump ha dato ordine di indagare sul mercato dell’import di automobili. Un’indagine che Trump dichiara motivata da ragioni di sicurezza nazionale.
La misure sul mercato
La Casa Bianca ha annunciato la possibilità di applicare dazi sui veicoli provenienti dall’estero e fino a un massimo del 25%. La misura verrebbe applicata tramite la ‘sezione 232’ del Trade Expansion Act. La legge risale agli anni ’60 e prevede la possibilità, per il capo dello Stato, di limitare le importazioni in caso di minacce alla sicurezza nazionale. Si tratta della stessa legge che venne applicata per permettere l’aumento della tassazione di acciaio e alluminio.
L’indagine del Dipartimento
A condurre l’inchiesta saranno gli agenti del Dipartimento del Commercio. Sotto la lente degli inquirenti l’effetto dell’importazione di veicoli sul mercato nazionale. Il segretario al Commercio Wilbur Ross ha promesso che ci sarà “un’approfondita, trasparente e giusta indagine”. Il dipartimento ha dichiarato che le importazioni sono aumentate da un terzo delle vetture alla metà negli ultimi venti anni. Delle auto importate oltre 2 milioni e mezzo provengono dal Messico e un milione e ottocentomila dal Canada.
L’annuncio sui social
Come è ormai consolidata tradizione del presidente Trump l’annuncio è arrivato attraverso i social. “Ci sono grosse novità in arrivo per i nostri grandiosi lavoratori americani del settore automobilistico – ha twittato entusiasticamente il presidente – Dopo molti decenni passati perdendo posti di lavoro contro le altre nazioni, avete aspettato abbastanza“. La notizia è stata accolta con stupore dal ‘Gruppo globale produttori atuoveicoli’. Il presidente John Bozzella, che rappresenta gli imprenditori esteri presenti in America ha commentato con perplessità: “L’industria statunitense dell’auto cresce e brilla. Azioni a base di dazi porteranno a prezzi più alti e a minore scelta per i consumatori”.