ROMA (Alfredo Stella) – Giornata del Sollievo: un momento di riflessione e conoscenza. Si celebra oggi da Nord a Sud per ‘pubblicizzare’ la terapia del dolore, cosiddetta palliativa. Nata con lo scopo di combattere il dolore con le cura palliative fino alla fase terminale del paziente. Entrata in vigore dieci anni orsono, la Legge 38 mostra ancora molte lacune: in pochi infatti la conoscono. Oltre il 90% dei medici di famiglia, secondo un’indagine della Federazione dei medici di medicina generale Fimmg, riferisce di prescrivere ‘sempre-spesso’ una terapia nel corso di una prima visita di un paziente con dolore.
Gli eventi
Per la Giornata, sono 151 gli eventi e le iniziative in tutta Italia. Previste anche l’affissione di locandine nelle farmacie per iniziativa di Federfarma, visite gratuite in ambulatori di terapia del dolore, stand di associazioni di volontariato nelle piazze e l’attribuzione di riconoscimenti a strutture sanitarie distintesi nella umanizzazione delle cure. A Roma, una grande manifestazione si svolgerà presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e nell’occasione sarà anche consegnato il riconoscimento ‘L’arte del sollievo’ intitolato a Fabrizio Frizzi, recentemente scomparso.
I dati
Solo 1/3 dei medici conosce però in modo approfondito la legge ed il 15% afferma che il sistema di cure palliative non è disponibile sul proprio territorio. Lacune anche tra i cittadini: 2 italiani su 3 (63%) non conoscono la normativa e tra le persone che dichiarano di essere affette da dolore cronico, il 45% vive da più di 6 mesi senza trovare soluzione al problema. Un dato reso ancora più drammatico dal fatto che il 17% degli intervistati non trova rimedi efficaci per oltre 5 anni.
L’aspetto positivo
Le persone che hanno avuto accesso ai centri di terapia del dolore e agli hospice – rileva la Fondazione Ghirotti – ne sottolineano la dote di qualità umana e professionale. “La situazione – afferma la Fondazione – resta però ancora critica nella maggior parte delle regioni, con evidenti disomogeneità regionali: la sanità è ancora a macchia di leopardo e si evidenzia anche un ritardo nella formazione degli operatori sanitari, mentre emerge ancora poca attenzione alla registrazione del dolore. Insomma “troppe persone e famiglie vivono nella solitudine della inguaribilità. La lotta al dolore deve pertanto continuare ad essere una priorità nell’agenda politica italiana.