PISA (Antonello Auletta) – “Federico non ha mai picchiato mia sorella, ma la minacciava e la pedinava. Purtroppo Elisa non ha mai voluto denunciarlo”. Con queste parole strazianti Elena Amato, sorella della 30enne uccisa da Federico Zini (che poi a sua volta si è tolto la vita), pone l’accento sulla necessità di chiedere aiuto in presenza di avvisaglie. Il giorno dopo il dramma di Pisa, dove il calciatore del Tuttocuoio (squadra di calcio che milita in Serie D) ha prima sequestrato l’ex fidanzata, Elisa Amato, e poi l’ha ammazzata con un colpo di pistola.
Femminicidio-suicidio, Pisa sprofonda nel dolore
Il proiettile è fuoriuscito dalla stessa arma utilizzata dal calciatore per togliersi la vita. Secondo le prime ricostruzioni fornite alle forze dell’ordine, il giovane non accettava la fine della relazione. I genitori di Federico Zini hanno descritto il figlio come un ragazzo normale. Secondo Elena, sorella della vittima di femminicidio, non era così. “Capisco i genitori di Federico – dice Elena Amato – comprendo il loro dramma, ma eravamo dinanzi a una persona disturbata. Dopo la fine della relazione con mia sorella, Federico ha iniziato a pedinarla. Purtroppo Elisa non l’ha mai voluto denunciare per stalking. Gli voleva bene. Purtroppo ha commesso un grosso sbaglio. Noi, dal canto nostro, non siamo riusciti a convincerla a rivolgersi alle forze dell’ordine. Adesso paghiamo tutti le conseguenze di questi errori”.
L’importanza di rivolgersi alle forze dell’ordine
Elena Amato si è concessa ai giornalisti per mandare un messaggio alle vittime di stalking. Bisogna denunciare affinché una semplice minaccia non si trasformi in un dramma come quello che ha coinvolto la città di Pisa.