J-Ax, Fedez e il concerto della vita: “Reunion? Quando saremo senza soldi”

E' il concerto della vita. Lo sa J-Ax, lo sa Fedez, lo sa chi li circonda. E' il treno che, se sei fortunato, passa una volta. La coppia che non ti saresti mai aspettato, con quasi 20 anni di differenza uno dall'altro

Fedez e J-Ax (Foto LaPresse - Matteo Corner)

Milano (LaPresse) – E’ il concerto della vita. Lo sa J-Ax, lo sa Fedez, lo sa chi li circonda. E’ il treno che, se sei fortunato, passa una volta. La coppia che non ti saresti mai aspettato, con quasi 20 anni di differenza uno dall’altro, ha scalato le classifiche, un singolo dopo l’altro, contrassegnando ogni estate con un pezzo a farne da colonna sonora. Hanno conquistato i cuori di bambini e adulti, fino ad arrivare alla loro ultima sera. Quella in cui un po’ ti giochi tutto, un po’ non hai più nulla da perdere e te la godi. Quella di San Siro.

79.500 spettatori allo stadio Meazza, un palco per la prima volta integralmente a 360 gradi, Fedez il più giovane headliner nella storia di San Siro (“ma io il più bello”, replica J-Ax). Tutti record, ma allo stesso tempo dettagli quasi trascurabili. Perchè, col tempo, i numeri te li dimentichi, vengono superati, ma le emozioni di una serata del genere, quelle sono impossibili da scordare.

All’evento, i due rapper non potevano presentarsi impreparati. Due ore e mezza di spettacolo su un palco che ricorda un ring, al centro del campo, con in mezzo una pedana girevole per garantire a tutti la stessa visione del live. E ancora schermi, coriandoli, fuochi d’artificio, fiamme, ballerini, bikers, braccialetti luminosi. Ma soprattutto ospiti, a partire dall’attesissimo Guè Pequeno, con cui i dissapori degli ultimi anni sono stati spazzati via alla sola pronuncia delle parole ‘San’ e ‘Siro’.

L’esibizione davanti a 80mila spettatori

Il primo a salire sul ‘ring’, accompagnato da un gruppo di 30 pugili, è J-Ax. Dopo quattro pezzi arriva Fedez e ne canta altri cinque. Poi, l’inizio vero del concerto della ‘strana coppia’ con ‘Comunisti col rolex’. Qui che inizia lo spettacolo e l’atmosfera si scalda (complice il fatto che le procedure di sicurezza rallentano leggermente il riempimento dello stadio). E’ una staffetta continua. Ad accendere definitivamente il Meazza è J-Ax con ‘Più stile’, Deca dance’ e ‘Immorale’.

Poi, uno dopo l’altro, sfilano tanti dei compagni di avventura dei due ‘Comunisti col Rolex’: Malika Ayane, Grido, Levante e Stash, Nina Zilli, Il Cile, Sergio Sylvestre. L’ospite più importante, però, è Cris Brave: il rapper affetto da tetraparesi spastica presenta il suo inedito ‘La panchina. La sua presenza è anche l’occasione di lanciare la campagna di crowdfunding ‘La mia indipendenza’. “E’ una raccolta fondi – spiega Fedez – per garantirgli l’assistenza a casa e dargli un’indipendenza che in questo momento non ha. Qualcuno ci ha accusato di averlo invitato per smacchiarci la coscienza. Forse è vero, ma non importa. Cris è qui perché ha qualcosa da dire, il resto non ci interessa“.

Il gran finale è con ‘Italiana’, ‘Senza pagare’ e ‘Vorrei ma non posto’, in un tripudio di luci tricolore trasmesse dai braccialetti elettronici. La bandiera di quel Paese che i due spesso prendono in giro, sottolineandone virtù e difetti. E ora che Salvini è al Governo? “Al limite se ci mandano al confino faremo i dischi da lì. Adesso dovrà dimostrare quanto è democratico“, risponde J-Ax. Ma non è il giorno delle polemiche, da domani bisogna ricominciare a lavorare sui progetti solisti. Fedez è già avanti, J-Ax se la prende più comoda, ma entrambi sono concentrati sulla loro nuova vita da papà. E quindi, questo è un addio? “No – ride Fedez – ne abbiamo già parlato. Al primo momento di crisi economica e discografica ci riuniamo. La carta reunion ce la giochiamo quando finiamo i soldi“. Difficile accada presto, dopo questi due anni. Ma i fan possono ancora sperare.

Chiara Troiano

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