ROMA (Renato Casella) – “Lo Stato siamo noi? Lei non è lo Stato, vicepresidente, voi siete il potere, l’establishment”. Il senatore Pd ed ex premier Matteo Renzi si è rivolto così a Luigi Di Maio in aula al Senato prima del voto di fiducia al governo Conte. “Pensiamo che in quei banchi ci sia la coalizione di domani, noi siamo un’altra cosa – ha aggiunto Renzi – Siete diversi, ma avete lo stesso metodo di violenza verbale. Anche noi potremmo farvi lo screening, ma non lo facciamo perché noi siamo un’altra cosa. Lei è un premier non eletto, potrei dire un collega, ma nessuno le sta negando la legittimità perché non ce n’è motivo”. L’ex premier ha poi notato che “il presidente del consiglio dei ministri non avrà la nostra fiducia ma avrà sempre il nostro rispetto. Lei con il giuramento è anche il nostro premier, e noi la rispetteremo in questa aula e fuori da qui”.
Grasso: il cambiamento può essere anche in peggio
Scetticismo anche dal leader di LeU, Pietro Grasso: “Non basta ripetere la parola ‘cambiamento’ in ogni frase, anche perché è una parola bifronte: si può cambiare in meglio ma anche in peggio. E’ quello che temiamo”. Secondo Grasso “il neo ministro dell’Interno, che ha il primato indiscusso di aver creato un incidente diplomatico con la Tunisia prima ancora di entrare al Viminale, non più tardi di tre giorni fa, ha dichiarato, ad ulteriore dimostrazione della propria sensibilità solidale, che per i migranti ‘la pacchia è finita‘: l’unica pacchia ad essere finita è la vostra, ora dovrete sostituire le facili dirette Facebook e il conto dei ‘like’ con atti di Governo”.
Lonardo (Fi); tono pericoloso del premier. La Russa (FdI): non siate proni all’Europa
Per la senatrice di Forza Italia Alessandrina Lonardo “i cambiamenti nella nostra storia, ciclicamente, sono sempre avvenuti ma il rischio, stavolta, è che si passi all’occupazione dello Stato. Il tono del Presidente del Consiglio dà ad intendere pericolosamente questo. Quanto al Sud, al di là del Ministero, nulla lascia pensare ad una strategia che consenta una risposta seria e rigorosa. Mi auguro che, facendo queste considerazioni, la gente del Sud, già alle amministrative di domenica, inizi a ravvedersi, decretando una caduta di consensi dei 5 Stelle”. Il senatore Fdi Ignazio La Russa ha ribadito che “noi non facciamo parte di questa maggioranza e non daremo la fiducia a questo Governo, ma ci riteniamo un partito di patrioti, che antepone l’interesse nazionale. Noi guarderemo ai fatti e non agli annunci. Non dovete essere supini ai diktat dell’Europa. Lei ha detto ‘sì’ alla Nato, ma anche alla Russia. Ha detto ‘sì’ alla Flat tax ma anche al suo opposto”.