Ostia, al via il maxi processo al clan Spada: 27 persone a giudizio

Tra gli imputati, nel procedimento che si apre stamani nell'aula bunker del carcere di Rebibbia, ci sono il boss Carmine Spada e suo fratello Roberto

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

Roma (LaPresse) – Al via il maxi processo agli Spada che vede alla sbarra 27 persone ritenute appartenenti al clan del litorale romano.

Tra gli imputati, nel procedimento che si apre stamani nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, ci sono il boss Carmine Spada e suo fratello Roberto. Quest’ultimo già a processo per l’aggressione a una troupe televisiva durante una intervista. I due sono ritenuti capi di un’associazione per delinquere di stampo mafioso.

Il procedimento arriva dopo oltre due anni di indagini e l’operazione scattata il 25 gennaio scorso.

I reati contestati

Tra i reati a vario titolo contestati in primis l’associazione di stampo mafioso. Poi l’omicidio, l’estorsione, l’usura, la detenzione e porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, ed altri crimini contro la persona. Oltre al traffico di stupefacenti, l’attribuzione fittizia di beni e l’acquisizione, in modo diretto e indiretto, della gestione e il controllo di attività economiche. Ed infine appalti legati a stabilimenti balneari, sale giochi e negozi.

I fratelli Spada sono ritenuti mandanti degli omicidi di Giovanni Galleoni (detto Baficchio) e Francesco Antonini (Sorcanera), uccisi nel novembre del 2011 a Ostia.

Proprio il duplice omicidio “segna l’inesorabile ascesa al potere del clan Spada – sostengono gli inquirenti – il cui prestigio criminale vede una progressiva crescita in forza dell’alleanza con l´organizzazione facente capo alla famiglia Fasciani e in concomitanza con l’indebolimento della famiglia dei ‘Baficchio’ (Galleone – Cardoni)“.

Traffico di droga, estorsione e usura, le attività privilegiate dal clan: le vittime venivano minacciate con ferocia, come emerge da alcune conversazioni intercettate.

Uno degli affiliati finiti in manette a gennaio, nel minacciare una vittima, affermava: “Ti dovrei spacca solo la faccia… hai preso la persona sbagliata.. ti spezzo tutte le costole… io pijo le tenaglie e ti strappo i denti”.

Una vittima raccontava che Carmine Spada “era venuto al ristorante con una macchina rubata portandosi un lanciafiamme al seguito e se si fosse infuriato avrebbe dato fuoco a tutto”.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, affonda le sue radici in inchieste precedenti sulla ‘mala’ di Ostia. Fa emergere un serie di legami tra Spada e Fasciani e la violenza del gruppo che per anni ha sottomesso con agguati e intimidazioni il territorio di Ostia ponente.

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