Milano (LaPresse) – Dal ritorno dell’epidemia di ebola nella Repubblica Democratica del Congo, l’Unicef e i suoi partner hanno raggiunto oltre 300.000 persone con informazioni salvavita su come evitare di contrarre il virus letale. Questo risultato è parte della campagna di sensibilizzazione in corso, che punta a raggiungere oltre 800.000 persone nelle aree colpite. Le attività di questa campagna comprendono visite a casa di persona da parte di operatori delle comunità. Importante è la sensibilizzazione di persone particolarmente vulnerabili come i tassisti. Ed infine la mobilitazione dei leader delle comunità, delle chiese e dei mass media.
“L’informazione e la mobilitazione sociale sono fondamentali per contenere l’ebola”, sottolinea Gianfranco Rotigliano, rappresentante dell’Unicef nella Repubblica Democratica del Congo e coordinatore della risposta dell’Unicef durante l’epidemia di ebola in Africa occidentale dal 2014 al 2015, “durante l’epidemia di ebola in Africa occidentale abbiamo capito che il coinvolgimento attivo delle comunità locali è essenziale per diffondere informazioni su come tenersi al sicuro. Ed infine aiuta a fermare la diffusione della malattia”.
L’Unicef a salvaguardia della salute di tanti malati
I bambini sono fortemente colpiti dall’epidemia di ebola. Una persona colpita dal virus su 10, o sospettata tale, è un bambino. Sono inoltre centinaia i bambini e i membri delle loro famiglie che sono stati in contatto con persone affette dalla malattia. Ed hanno ora bisogno di assistenza psicosociale. L’Unicef e i suoi partner hanno lavorato con oltre 2.500 insegnanti e 53.000 alunni per sensibilizzarli sulle misure di prevenzione e protezione. 30 giovani ‘reporter’ sono stati formati nelle aree colpite. Adesso sono loro che informano i loro coetanei sull’importanza di buone pratiche igieniche per evitare la diffusione della malattia.
La sensibilizzazione delle comunità è anche una parte importante della campagna di vaccinazione contro l’ebola. Nel combattere l’epidemia di ebola, il governo e i suoi partner hanno vaccinato oltre 1.100 operatori sanitari. E tante altre persone che sono state in contatto con persone affette dalla malattia, nelle tre zone sanitarie colpite – Wanagata, nella città di Mbandaka, Bikoro e Iboko.
Fondamentale le strategie di sensibilizzazione
Le strategie di sensibilizzazione per le campagne di vaccinazione puntano a fornire consulenza a coloro che sono stati in contatto con una persona affetta dalla malattia e agli operatori sanitari idonei e informazioni sui vaccini e sulla loro somministrazione. Alle comunità locali viene reso noto che il vaccino è somministrato gratuitamente agli operatori sanitari. Ed anche a coloro che sono stati in contatto diretto e indiretto con i malati, visto che sono i più vulnerabili. L’Unicef e i suoi partner stanno anche promuovendo pratiche igieniche nelle scuole, nelle strutture sanitarie e nelle comunità. Ben 49 luoghi pubblici, come porti, mercati e uffici, sono stati forniti di unità per il lavaggio delle mani e termometri laser.
L’Unicef ha inoltre supportato la formazione di 181 assistenti psicosociali per fornire supporto alle famiglie colpite. L’Unicef fino a ora ha mobilitato 45 persone dello staff nelle regioni colpite per aiutare nella risposta all’epidemia di ebola. Dell’appello dell’Unicef di 11,5 milioni di dollari per supportare il suo piano di risposta all’ebola sono stati finanziati 8 milioni.