CITTA’ DEL VATICANO (LaPresse) – Mediterraneo, mare meraviglioso divenuto “una tomba per uomini, donne e bambini“. Lo scrive Papa Francesco in un messaggio riportato dall’AgenSir. Un discorso rivolto al Patriarca Bartolomeo I e ai partecipanti al Simposio internazionale dedicato alla protezione e alla salvaguardia dell’ambiente.
Mediterraneo teatro di orrori e stragi.
Per la Santa Sede partecipano il card. John Olorunfermi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, e il card. Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. “Ricordo vividamente la mia visita a Lesbo, insieme a Sua Santità e Sua Beatitudine Hieronymos II, per esprimere la nostra comune preoccupazione per la situazione dei migranti e dei rifugiati”, scrive Francesco. “Mentre ero incantato dallo scenario del cielo azzurro e del mare, rimasi colpito dal pensiero che un mare così bello fosse diventato una tomba per uomini, donne e bambini. Lì ho potuto toccare con mano la generosità del popolo greco, così ricco di valori umani e cristiani, e il loro impegno, nonostante gli effetti della loro crisi economica, a confortare coloro che, espropriati di tutti i beni materiali, si erano diretti verso le loro rive”.
L’importanza di risolvere la crisi umanitaria.
“Le drammatiche contraddizioni che ho sperimentato durante la mia visita – prosegue Papa Francesco – mi hanno aiutato a capire l’importanza del tema del presente Simposio. Non sono soltanto le case delle persone vulnerabili in tutto il mondo che si stanno sgretolando, come possiamo vedere nel crescente esodo dei migranti climatici e dei rifugiati ambientali. Stiamo anche condannando le future generazioni a vivere in una casa comune ridotta a rovine”. Il Papa chiede di fronte alla attuale crisi ecologica un serio esame di coscienza. Si tratta di una crisi che è “radicata nel cuore dell’uomo” e che “aspira a controllare e sfruttare le risorse limitate del nostro pianeta”.
L’impegno di cattolici, ortodossi e fedeli di altre comunità.
Papa Francesco sottolinea: “E’ importante prendersi cura del creato. I cristiani devono riconoscere le radici spirituali della crisi ecologica e cooperare nell’offrire una risposta inequivocabile. È mia ferma intenzione che la Chiesa cattolica continui a camminare insieme a Sua Santità e al Patriarcato ecumenico lungo questo percorso. Spero che cattolici e ortodossi, insieme ai fedeli di altre comunità cristiane e tutte le persone di buona volontà, possano lavorare attivamente insieme”.