MADRID (LaPresse/AFP) – La Spagna è al centro del dibattito politico per la crisi catalana. Il nuovo esecutivo spagnolo del socialista Pedro Sanchez ha intrapreso un riavvicinamento con i separatisti catalani.
La Spagna e la secolare crisi catalana.
Il neo primo ministro della Spagna incontrerà presto il capo del governo della Catalogna, Quim Torra. Ha revocato il controllo da parte di Madrid delle spese dell’esecutivo catalano istituito dal suo predecessore, Mariano Rajoy. I socialisti spagnoli chiedono una riforma costituzionale per rafforzare il decentramento del Paese, composto da 17 “comunità autonome” con poteri già molto ampi. Propongono, in particolare, di trasformare il Senato in una camera di rappresentanza delle regioni e di chiarire il sistema di finanziamento delle “comunità autonome”. Un sistema da sempre oggetto di ricorrenti liti tra il potere centrale e le amministrazioni regionali. Sostenuto da una minoranza in entrambi i rami del parlamento, per il governo di Pedro Sanchez sarà tuttavia difficile fare passare la revisione costituzionale. Proposta che dovrebbe essere adottata da entrambe le Camere.
L’urgenza di rivedere la Costituzione.
Per il nuovo governo socialista di Madrid è “urgente” rivedere la Costituzione della Spagna per cercare di risolvere la crisi separatista in Catalogna. Lo ha dichiarato sabato il ministro della Politica territoriale, Meritxell Batet. Una revisione della Costituzione spagnola del 1978 è “urgente, fattibile e desiderabile“, ha detto Batet nel corso di una manifestazione del suo partito a Barcellona. “Perché abbiamo bisogno di superare la crisi istituzionale che stiamo vivendo, soprattutto in Catalogna, ma che è fondamentalmente una crisi di Stato” che colpisce tutti gli spagnoli, ha aggiunto.