Milano (LaPresse) – Il mercato azionario “è piccolo non solo in termini di capitalizzazione ma anche rispetto alle società quotate” e la capitalizzazione di Piazza Affari “è circa metà di quella tedesca e dell’area euro, un terzo di quella francese e un quarto di quella inglese“. Lo afferma il presidente della Consob, Mario Nava, incontrando la comunità finanziaria a Palazzo Mezzanotte. “Anche in termini di rendimento, il nostro mercato azionario può fare meglio. Dal 2009 al primo giugno 2018, infatti, il Ftse Mib è calato di circa il 5%. Un dato non comparabile con la crescita dei principali Paesi europei“, prosegue Nava.
Secondo i dati forniti dalla Commissione, in quel lasso di tempo, il Ftse100 di Londra è salito del 42%, il Cac40 di Parigi del 39% e il Dax di Francoforte è balzato del 114%. “l’Italia – continua il nuovo numero uno della Consob – è la nona o l’ottava, in altalena con il Brasile, economia al mondo in termini di prodotto. Ma secondo i dati Iosco, solo la diciassettesima in termini di piazza finanziaria. Uno dei miei obiettivi sarà chiudere questo divario”. La capitalizzazione di Piazza Affari è al 37% del Pil, contro il 62% della media dell’euro.
Il pensiero del presidente della Consob
“I mercati finanziari devono essere al servizio dell’economia reale, ossia della crescita collettiva e del benessere individuale e collettivo“. Lo afferma il presidente della Consob, Mario Nava, incontrando la comunità finanziaria a Palazzo Mezzanotte. “Il nostro mercato si caratterizza anche per l’esigua presenza di big companies. Un mercato con poche big companies risulta meno attraente sia per le società di grandi dimensioni sia per i grandi investitori istituzionali“, aggiunge il capo della Consob, precisando che “una piazza finanziaria in cui molte e grandi imprese sono aiutate è invece desiderabile, perché favorisce lo sviluppo di un ecosistema di servizi finanziari avanzati, a beneficio anche delle piccole imprese“.
In particolare sul listino italiano ci sono solo due società “sulla soglia dei 50 miliardi di euro” di capitalizzazione. In Italia, inoltre, come nei maggiori Paesi europei, “i mercati di Borsa non sono ancora rappresentativi di una grande percentuale del sistema produttivo, poiché rimane marginale il peso della capitalizzazione delle Pmi quotate rispetto a quella complessiva di mercato“. Secondo Nava, “questa è una delle sfinde che l’Europa intera ha raccolto con il progetto della Capital Markets Union“.