MILANO (LaPresse) – Accelerano i prestiti delle banche italiane a famiglie e imprese. La Banca d’Italia rileva che gli impieghi al settore privato, corretti tenendo conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci, sono cresciuti del 3% su base annua, in accelerazione dal 2,4% di marzo.
Banche: crescono i prestiti alle imprese e alle famiglie.
I prestiti alle imprese, in particolare, salgono al ritmo più rapido da fine 2011. Continua inoltre la pulizia dei bilanci degli istituti di credito, con le sofferenze diminuite ad aprile del 10,7% su base annua, dopo la flessione del 10,9% di marzo. I prestiti alle famiglie, rileva via Nazionale, sono cresciuti del 2,9%, contro il 2,8% del mese precedente. I mutui sono favoriti dai bassi tassi di interesse. Quelli sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, infatti, comprensivi delle spese accessorie, sono stati in media pari al 2,20% ad aprile, in riduzione rispetto al 2,24% di marzo. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono all’8,34%.
Basso costo del denaro.
Il basso costo del denaro spinge anche i prestiti alle imprese, che aumentano ad aprile del 2,2%, a fronte dell’1,2% di marzo. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono risultati pari all’1,47%. Che rappresenta una limatura dopo l’1,54% di marzo. Nel dettaglio, i tassi sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari all’1,96%, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1%.
I dati di Bankitalia.
I depositi del settore privato, precisa Bankitalia, sono aumentati ad aprile del 4,2% su base annua, contro l’incremento del 6% nel mese precedente. Con la raccolta obbligazionaria, ovvero quella tramite obbligazioni, diminuita del 17,7%, più del 17,1% di marzo. Tornando alle sofferenze, via Nazionale ne conta lorde per 164,7 miliardi di euro alla fine del mese, a fronte dei 203,3 miliardi di un anno prima, mentre quelle nette si attestano a 50,9 miliardi di euro, contro i 77,3 miliardi di 12 mesi prima e i 52,7 miliardi di marzo.
di Lorenzo Allegrini