CAGLIARI (LaPresse) – In Sardegna nuove domande per il lavoro ai disoccupati. Sarà pubblicata domani da Insar, soggetto attuatore del programma LavoRas Cantieri, la manifestazione d’interesse destinata ai comuni che per i prossimi 30 giorni potranno presentare i loro progetti. Saranno 45 in caso di richiesta da parte di comuni in forma associata.
In Sardegna la LavoRas si impegna a creare oltre 4.000 posti di lavoro.
LavoRas stanzia 45,2 milioni per i cantieri di nuova attivazione per creare oltre 4.000 posti di lavoro. Una volta ricevuto il progetto, Insar ha 30 giorni di tempo per validarlo e mandare la bozza di convenzione ai Comuni che in 15 giorni devono firmare. A quel punto inizia la terza fase che coinvolge Aspal e i Centri per l’impiego sulle liste dei disoccupati che vengono inviate dagli enti locali. È stato specificato che la tempistica è scandita su giorni solari e non lavorativi, per accelerare al massimo. Lo si legge in una nota della Regione Sardegna.
Le tipologie di cantiere.
Sono infatti sei le tipologie di cantiere previste: ambiente, beni culturali e archeologici, edilizia, reti idriche, valorizzazione attrattori culturali, patrimonio pubblico ed efficientamento delle procedure comunali. Il soggetto gestore sarà Insar, che avrà funzioni di coordinamento operativo, l’assistenza tecnica è affidata ad Aspal tramite i Centri per l’impiego che hanno il compito di compilare gli elenchi dei disoccupati per i comuni. Il ruolo di soggetto attuatore dei cantieri sarà infatti affidato ai comuni che possono procedere con assunzioni dirette o attraverso le cooperative sociali, agricole e forestali.
La durata dei cantieri e le tipologie di disoccupati.
Un Osservatorio, composto da tre rappresentanti ciascuno per Giunta, Consiglio, Enti locali, sindacati e datoriali, verificherà dunque il rispetto del cronoprogramma e l’efficacia di LavoRas. La durata dei cantieri sarà di otto mesi, ai quali può seguire l’indennità mensile di disoccupazione per altri quattro. LavoRas offre un’occasione a tutte le tipologie di disoccupati. Ai più giovani e a quelli avanti con gli anni, alle donne, a chi non ha professionalità specifiche e ai laureati. A chi non ha mai avuto un’occupazione e a coloro che invece sono fuoriusciti dal mercato del lavoro.