Ivrea, si impicca in carcere: i detenuti protestano

La difficile situazione delle case circondariali

Il carcere di Poggioreale

MILANO (LaPresse) – Protesta nel carcere di Ivrea. Questa notte, alle ore 4,30 circa, un detenuto di 43 anni, si è impiccato con un lenzuolo che ha legato alle grate della sua cella al primo piano destro della Casa Circondariale di Ivrea.

La protesta dei detenuti nel carcere.

Nel pomeriggio, circa 50 detenuti si sono rifiutati di rientrare in cella. E 7 di loro si sono arrampicati sul muro del cortile passeggio lamentandosi delle condizioni in cui vivono. Solo dopo oltre due ore di trattativa, sono rientrati. A dare la notizie è L’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria). Per voce del Segretario Generale Leo Beneduci che dichiara.

I fatti di Ivrea non sono casi isolati.

Per chi non l’avesse ancora compreso la situazione nelle carceri italiane comincia a farsi esplosiva. E i fatti di Ariano Irpino prima e di Ivrea adesso parlano chiaro. Sempre più grandi sono i rischi per gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria”. A dichiararlo è Beneduci.

Serve un intervento delle autorità.

Il segretario generale conclude: “A fronte di tale situazione è sempre più urgente che la nuova Autorità politica della Giustizia dia concreti segnali di innovazione nella gestione delle carceri e nell’organizzazione della Polizia Penitenziaria. In quanto sarebbe la peggiore delle situazioni ritenere che sommosse, suicidi e aggressioni nei confronti di appartenenti alla Polizia Penitenziaria debbano costituire la regola del normale andamento del sistema penitenziario Italiano“.

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