Roma (LaPresse) – “Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si rifiuta di venire in Aula a riferire sui suoi rapporti con l’avvocato Lanzalone, arrestato per sospetta corruzione, perché dice di non avere nulla da chiarire. Un’arroganza e una totale mancanze di rispetto nei confronti del Parlamento che non si era mai vista: come fanno i presidenti Casellati e Fico ad accettare un atteggiamento del genere senza difendere le prerogative parlamentari? Bonafede, tirato in ballo più volte nelle intercettazioni, deve spiegare se il ministero della Giustizia è stato infiltrato da chi è indagato per corruzione e quali sono i suoi rapporti con gli indagati, altro che nulla da chiarire”. Lo scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.
“Visto che Bonafede – prosegue Anzaldi – fa finta di non sapere nulla del caso Lanzalone, proviamo a rinfrescargli la memoria. Ecco le cinque questioni che deve chiarire: 1. Nelle intercettazioni della Procura, uno dei partner di Lanzalone, l’avvocato Luciano Costantini, che sarebbe stato remunerato con incarichi e utilità grazie al lavoro che Lanzalone e il suo studio hanno portato avanti per la Giunta M5s sullo Stadio e altre questioni, dice che sarebbe in predicato di venire assunto da Bonafede al Ministero”.
La stoccata del deputato dem
“Ecco il brogliaccio: ‘Luciano Costantini afferma che Alfonso (il ministro della Giustizia, Bonafede, ndr) gli ha detto che vorrebbe portarlo ovunque e aspetterà che gli indichi la posizione che vuole assumere. Luciano gli ha chiesto che cosa serve. Alfonso gli ha risposto che non ha ancora capito come funziona il ministero’. Risponde al vero? L’avvocato Costantini è stato preso al Ministero? Oppure ha fatto dei colloqui preliminari? Quali sono i rapporti tra Bonafede e Costantini? 2. Il ministro Bonafede ha mai parlato con l’avvocato Lanzalone dell’organizzazione interna del Ministero della Giustizia? Era realmente intenzionato a coinvolgere il suo studio legale negli incarichi ministeriali?”.
“3. Nelle intercettazioni – prosegue ancora Anzaldi – l’avvocato Lanzalone dice di essere interessato alla presidenza di Cdp o alla nomina di commissario straordinario in qualche azienda o amministrazione straordinaria. Ne ha mai parlato con il ministro Bonafede o con altri esponenti di governo? Che garanzie ci sono che la prossima tornata di nomine pubbliche non sia influenzata da fattori esterni o da persone coinvolte nell’inchiesta? 4. La sindaca Raggi ha riferito pubblicamente, e probabilmente anche ai magistrati, che sono stati i ministri Bonafede e Fraccaro a portare Lanzalone in Campidoglio, come referenti del Movimento 5 stelle per gli enti locali: è vero? Che tipo di rapporti ha avuto Bonafede con Lanzalone? Ci sono stati anche rapporti professionali? In che occasione l’ha conosciuto?“.
Anzaldi attende chiarimenti in Parlamento
“In ultima istanza, il vicepremier e leader M5s Di Maio ha riferito in un’intervista ad Huffington Post che l’avvocato Lanzalone ha scritto il nuovo statuto M5s. Perché un tecnico che si occupa di concordati preventivi, di municipalizzate e di procedure legate agli enti locali viene chiamato a scrivere un documento di partito? Quali sono i rapporti tra l’avvocato Lanzalone e il Movimento 5 stelle? Ci sono stati rapporti economici? E’ stato retribuito per aver scritto lo statuto, oppure la remunerazione erano incarichi in aziende pubbliche? Che ripercussioni possono esserci, quindi, sul Governo, di cui M5s è parte numericamente preponderante esprimendo premier e vicepremier, tra gli altri? E’ opportuno che su queste questioni arrivino chiarimenti veri in Parlamento, prima ancora che con i magistrati”.