PARIGI – Adieu Emmanuel? Non ancora, ma la popolarità di Macron tra i cittadini francesi è al minimo storico. Un po’ strano dopo poco più di un anno dall’insediamento. Così rapida quanto folgorante, l’ascesa al potere del leader di En Marche! è sembrata a tanti l’inizio di un lunghissimo ciclo politico. E’ passato un anno e una manciata di giorni e la luce intensa di Macron sembra essere di brevissima durata. E nemmeno tanto splendente. Infatti secondo il sondaggio mensile di IFOP-Journal du Dimanche, una tra le rilevazioni più autorevoli d’oltralpe, registra un crollo verticale della popolarità del presidente francese impensabile, dal 67% al 40%. Una catastrofe confermata dal trend, quasi peggio di Hollande. Le ragioni? Tante, forse nessuna in particolare.
Luna di miele finita. Siamo già al divorzio?
E’ la classica tendenza secondo cui tutti, dopo un periodo di grazia, vengono scaricati da parte dell’opinione pubblica? Forse, ma forse no. Innanzitutto, dopo un anno e passa, le opposizioni (interne o esterne, poco conta), si sono riorganizzate. Hanno assorbito il colpo e rilanciano su temi e politiche. Dalla destra lepenista alla sinistra di Melenchon fino agli stessi Repubblicani, ‘alleati’ di Macron nel governo. Se si esaminano i social, appare chiara una cosa. Il presidente francese non è molto simpatico. Altezzoso, alla ricerca eterna della rapidità, frequentatore di scuole e università di prestigio, non sembra incarnare il ruolo di leader popolare. La stessa idea di Europa del presidente francese si sta rivelando un po’ vuota, mera propaganda.
Poco di destra, poco di sinistra
Un secondo dato, è che le politiche macroniane scontentino un po’ tutti. Non raggiungono il cuore della Francia (nemmeno alle elezioni a dir la verità, dove col 23% si è andato a giocare un ballottaggio). Respingenti sicuramente per un bacino più strettamente di sinistra: le politiche del lavoro, così come la riforma delle ferrovie, hanno incassato ferocissime reazioni da parte della gauche tutta. Dall’altro lato, Macron nasce come oppositore alle idee lepeniste. Tra gli stessi Repubblicani, c’è la voglia di rivalsa per riprendersi il trono perduto tra i moderati. Insomma, più che leader trasversalmente amato, sembrerebbe un leader trasversalmente inviso. Staremo a vedere.
I perdenti italiani fan di Macron
Questo dovrebbe essere un monito per tutti quelli che, tra l’altro fuori tempo, vorrebbero fondare un partito macroniano qui in Italia. Lo farebbero proprio nel momento in cui Emmanuel Macron vive il picco d’impopolarità. Ma se a Macron va dato un merito è questo: si è imposto vincendo. In Italia, paradossalmente, la nascita di un partito simile a En Marche! sarebbe la riunione degli sconfitti. Il fronte degli sfigati. Con in testa il leader plurisconfitto Matteo Renzi. Che non vuol rassegnarsi al suo destino.