BRUXELLES (LaPresse) – Un buon compromesso, una ‘vittoria al 70%’. Così fonti italiane al vertice di Bruxelles definiscono l’intesa raggiunta nella notte sui migranti. “Sapevamo che l’accordo non era sotto dettatura” ma “si partiva da zero”, viene fatto notare. E la scelta era tra il far saltare tavolo o il tentare fino alla fine di raggiungere un accordo. Accordo su cui a un certo punto sembrava di poter ottenere cento, fino all’opposizione dei paesi di Visengrad.
Il successo italiano al Consiglio europeo sulla questione migranti
Fino a quel punto infatti pareva possibile inserire il concetto di ‘vincolante’. Diventato poi ‘volontaria’ quando i paesi dell’Est sono usciti dalla stanza per riunirsi e sono rientrati compatti. Giuseppe Conte, raccontano le fonti, si è fatto molto valere e ha lottato in maniera forte. Riuscendo anche a portare a casa alcuni dei punti ritenuti fin dal principio essenziali dall’Italia. Come l’approccio multilivello, la discussione sulle Ong, il principio che chi sbarca in un paese di frontiera arriva in Europa, le piattaforme di sbarco extra Ue, il fondo di sviluppo per l’Africa e la riforma di Dublino.
Il vertice Conte-Salvini-Di Maio
Soddisfazione dunque nella delegazione italiana, non assoluta ma certo nemmeno una delusione. “Un risultato da 7 pieno“, insomma. Stamattina Conte, viene fatto sapere, ha sentito brevemente sia Matteo Salvini, dopo le dichiarazioni di quest’ultimo in radio, sia Luigi Di Maio. Nessun contatto invece con i due vice nel corso della serata di ieri. La valutazione complessiva da parte italiana è che guardando in avanti potremmo avere una situazione non più emergenziale. Visto che i flussi sono in riduzione e ci si aspetta che con le nuove azioni coordinate diminuiscano ancora.