ROMA (LaPresse) – Ivrea in primo piano. Parla sempre più italiano il patrimonio mondiale dell’Unesco. Dal Bahrein infatti arriva l’annuncio che fa sorridere la nostra cultura: Ivrea è il 54esimo sito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Entusiasta il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli: “Ivrea è la città ideale della rivoluzione industriale del Novecento. Un riconoscimento che va a una concezione umanistica del lavoro propria di Adriano Olivetti, nata e sviluppata dal movimento Comunità e qui pienamente portata a compimento, in cui il benessere economico, sociale e culturale dei collaboratori è considerato parte integrante del processo produttivo“. L’Italia si conferma quindi leader nella classifica dei siti mondiali con 54, seguita dalla Cina (52) e dalla Spagna (46).
Ivrea è il 54esimo sito italiano patrimonio dell’Unesco
Fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, la città industriale di Ivrea, in provincia di Torino, è un progetto industriale e socio-culturale del XX secolo. La maggior parte dello sviluppo cittadino avvenne nel periodo degli anni ’30 e ’60 sotto la direzione di Adriano Olivetti, periodo in cui l’azienda omonima produceva macchine da scrivere, calcolatrici meccaniche e computer. La forma della città e gli edifici urbani di Ivrea sono stati progettati da alcuni dei più noti architetti e urbanisti italiani di quel periodo.
Patrimonio industriale del XX secolo
La candidatura, presentata all’Unesco a gennaio 2017, è stata sottoposta al processo di valutazione da parte degli Organismi consultivi dell’Unesco durato un anno e mezzo. “Il riconoscimento della Città di Ivrea a patrimonio industriale del XX secolo da parte dell’Unesco è un grande risultato che premia la visione e la determinazione dell’amministrazione che ha governato la città fino a domenica scorsa, e in particolare del sindaco Carlo Della Pepa, alla quale abbiamo creduto e che abbiamo sostenuto fin dall’inizio“. Questo il commento del presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino.
Rinviata invece la candidatura del sito delle colline ‘del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene’. Il motivo? L’Italia deve completare il processo di attuazione delle specifiche misure di tutela, già avviato con la candidatura. Intanto però con Ivrea si festeggia. Per farlo con le bollicine si dovrà aspettare ancora un po’.
di Alessandro Banfo