NAPOLI – Chi si aspettava con Ancelotti una rivoluzione sul mercato si dovrà ben presto ricredere. Sarà restaurazione più che rivoluzione. Il tecnico emiliano vuole ripartire dai punti forti del Napoli targato Sarri, fermo restando che sarà quasi impossibile replicare i 91 punti della passata stagione. Con ogni probabilità sarà Jorginho l’unico dei “titolarissimi” a lasciare il capoluogo campano. Per il resto, la squadra dovrebbe restare intatta, fermo restando che c’è la forte incognita delle concorrenti. Inter e Roma si stanno rafforzando (specialmente i nerazzurri) e, ai primi di luglio, è difficile piazzare le big sulla griglia di partenza della Serie A. Per adesso è arrivato “solo” Verdi. L’ex attaccante del Bologna può svariare su tutto il fronte offensivo, è ambidestro, e può dunque sostituire all’occorrenza sia Insigne che Callejon. A proposito di Callejon, lo spagnolo è corteggiato dal Milan ma la clausola è scaduta ed è improbabile che i buoni uffici del neo rossonero Pepe Reina possano sortire effetti sperati. Stesso dicasi per Dries Mertens. La clausola è scaduta, ciò fa presagire che il diavoletto belga voglia proseguire la sua avventura partenopea.
Dopo Jorginho, non partirà più nessuno
Ieri si è parlato di un interessamento della Roma, ma è francamente improbabile che l’amato Ciro possa lasciare il Vesuvio per il “surrogato” Colosseo. Anche Hamsik sembra guarito dalla “febbre cinese”. Il capitano sarà ancora indissolubilmente legato ai colori del Napoli e sarà a disposizione di Ancelotti. Capitolo mercato in entrata. Al di là di Verdi si attendono le ufficialità di Fabian Ruiz, Meret e Karnezis. Ruiz dovrebbe alternarsi con Zielinski. Orbiterà sulla trequarti d’attacco, ma può giocare anche più arretrato. E’ il classico centrocampista moderno che sa fare tutto ed è inoltre dotato di fisico per schermare, nella zona nevralgica del campo, le sortite offensive degli avversari. Meret invece, secondo i bene informati, sarà il futuro portiere della nazionale. Un’investitura non da poco. Ha avuto coraggio il Napoli ad affidargli l’eredità di un Totem come Pepe Reina. Karnezis, invece, è il dodicesimo di esperienza che serviva con Sepe che viaggia in direzione Parma. Ancelotti si sarebbe aspettato altro, ma alla fine ha accettato le strategie sugli estremi difensori
Non mancano le suggestioni
C’è ancora chi parla di Cavani in azzurro. Il ritorno del “figliol prodigo” Matador è un must have dell’estate napoletana. Sarà lui il 31enne di cui ha recentemente parlato De Laurentiis? E’ francamente complicato immaginare che il Napoli possa lasciare Milik “in naftalina”. Il centravanti polacco è reduce da due infortuni pesanti e adesso che sta bene vuole ripartire con rinnovate motivazioni. Bisogna altresì considerare che il club, autofinanziandosi, non può concedersi la possibilità di “bruciare” un investimento come Milik. Il ragazzo sta bene e deve giocare con continuità perché solo così si può valorizzare il suo cartellino. Dal punto di vista gestionale l’operazione Cavani sarebbe un suicidio dal momento che l’uruguaiano percepisce un ingaggio da top player, ma il cartellino – data l’età – non permette di fare plusvalenze. Per la medesima ragione è difficile pensare a Karim Benzema vestito d’azzurro. Gli ingaggi dei due giocatori non lasciano spazio a interpretazioni: Cavani guadagna oltre 10 milioni netti all’anno. Benzema 8. Cifre siderali per quella che è la realtà e la filosofia del calcio Napoli. De Laurentiis cerca giovani di grande spessore da valorizzare per poi rivendere a quei tre o quattro top club che monopolizzano il calcio del Vecchio Continente.