MILANO (LaPresse) – Il Cida si espone sul tema delle pensioni d’oro. “Le pensioni d’oro non esistono, esistono i privilegi e certamente non ci riguardano. L’avevamo sempre sostenuto. E ora lo hanno confermato, autorevolmente, il ministro del Lavoro e il presidente dell’Inps“. Lo ha detto Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, commentando il Rapporto Inps 2018 illustrato dal presidente, Tito Boeri, alla presenza del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. “Finalmente abbiamo ascoltato parole chiare sull’equivoco delle pensioni di importo medio-alto, definite impropriamente ‘d’oro’. Un facile slogan. Ma capace di generare odio sociale e gettare nell’incertezza intere categorie di pensionati“, prosegue Ambrogioni.
Il Cida sottolinea che “non esistono pensioni d’oro”
Di Maio “ha precisato che ‘se uno ha la pensione alta perché deriva dal lavoro è bene che se la tenga. Aggiungendo di voler colpire i ‘calcoli iniqui’ che, immaginiamo, non possono essere addossati a chi è andato in pensione in base alle normative vigenti. Anche il presidente dell’Inps ha affrontato l’argomento. Negando l’esistenza di pensioni ‘d’oro, d’argento o di bronzo. E individuando tre componenti della pensione: contributiva, assistenziale e di privilegio. Sul quale, comunque, attendiamo ulteriori approfondimenti“, sottolinea il presidente.
…ma redditi medio-alti
Cida “ha sempre sostenuto di rappresentare categorie professionali le cui pensioni sono un prodotto di contributi versati nell’arco di una vita lavorativa caratterizzata da impegno e responsabilità. Funzioni tipiche del lavoro manageriale e dirigenziale. Abbiamo sempre respinto ogni tentativo di far passare questo ragionamento come la difesa aprioristica di una casta. Ci siamo opposti nelle sedi politiche, istituzionali e giudiziarie. Perché nonostante i percettori di redditi medio-alti siano quelli che sostengono gran parte della fiscalità nazionale. tuttavia sono spesso finiti nel ‘mirino’ del legislatore. I casi sono noti. Dai blocchi della perequazione automatica ai contributi di solidarietà. Un ambito che spetterebbe alla fiscalità generale“, ricorda Ambrogioni.
Collaborare con il governo per non punire un’intera categoria professionale
Il presidente si augura “che le parole pronunciate oggi dal ministro del Lavoro e dal presidente dell’Inps, portino a comportamenti conseguenti. Non punitivi per un’intera categoria professionale. Abbiamo chiesto un incontro a Di Maio proprio per esporre i nostri punti di vista. E per collaborare ad individuare soluzione pratiche, eque e condivise in termini di interventi sulla previdenza. La materia è delicata perchè riguarda la vita delle persone e il futuro stesso del nostro Paese“.