TRIESTE (LaPresse) – Riuscire a ottenere un consenso vasto e popolare sulle ragioni e sull’importanza dell’autonomia speciale basato su una capillare comunicazione tra la gente. Allontanare il rischio che il tema del regionalismo, anche nelle Regioni speciali, si riduca alla gestione di una grande azienda sanitaria. Vincere la sfida dell’efficienza curando la patologia cronica della burocrazia attraverso maggiori poteri sull’organizzazione del personale. Sono i tre temi che il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, ha indicato come cruciali. Intervenendo a conclusione del convegno ‘Quale futuro delle Regioni? Un confronto sulle dinamiche evolutive del regionalismo italiano’.
Il dibattito attuale sull’autonomia speciale delle regioni
Al convegno organizzato dal Comune di Lignano Sabbiadoro sono intervenuti oggi come ospiti due costituzionalisti di fama. Luca Mezzetti, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Bologna, e Elena D’Orlando, docente associato di Diritto pubblico comparato all’Università di Udine. I quali hanno sviluppato un dibattito sull’attualità e sulle prospettive dell’autonomia speciale. Soprattutto alla luce della recente stagione dei rapporti Stato-Regione.
Il punto di Riccardi sul Friuli-Venezia Giulia e le autonomie regionali
“Si è trattato di un convegno molto importante in cui sono emersi tre temi decisivi. Anzitutto che occorre far conoscere a tutti i nostri cittadini le ragioni dell’autonomia. E soprattutto quanto è cruciale avere strumenti che consentano di esercitarla. Mi auguro che il Consiglio regionale faccia in questa direzione un efficace lavoro”, ha auspicato Riccardi.
Sempre in tema di efficienza, Riccardi ha poi indicato anche il terzo aspetto su cui lavorare. “La burocrazia ci corrode e in Friuli Venezia Giulia avere competenza primaria negli enti locali senza poter incidere su poteri e organizzazione del personale significa avere l’hardware senza poter disporre del software. E’ un potere dimezzato”, ha rimarcato.
Rapporto tra regioni speciali e ordinarie
Sul rapporto tra Regioni speciali e ordinarie, infine, Riccardi ha messo in guardia sul pericolo di ingaggiare una “battaglia tra poveri”. Perdendo così di vista l’obiettivo principale. La maggiore efficienza delle amministrazioni regionali a garanzia del servizio ai cittadini.
“Ogni Regione in Italia ha la sua storia e le sue peculiarità e la ricchezza di questo Paese risiede proprio nelle sue straordinarie differenze. Non avrei problemi a accettare venti Regioni speciali se questo comportasse per tutte ottenere il risultato di un buon governo”. Lo ha affermato Riccardi.
Fedriga lavora a una grande alleanza tra regioni
Ricordando poi che “il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, è al lavoro per una grande alleanza tra le Regioni. Per porre così al centro del rapporto con lo Stato i temi finanziari e organizzativi. Il patto dei governatori di Fvg, Veneto, Lombardia e Liguria firmato a Trieste prima delle elezioni regionali ne è autentica testimonianza”.