WASHINGTON – “Intendevo tutto il contrario“. E’ un vero e proprio Trump contro Trump quello avvenuto poche ore fa. Il presidente Usa, di ritorno alla Casa Bianca dopo l’incontro ad Helsinki con Vladimir Putin, ci ripensa e si rimangia tutto quel che aveva affermato solo poco prima dinanzi al presidente russo.
Usa in subbuglio, la clamorosa marcia indietro di Trump
Evidentemente il presidente non poteva immaginare l’effetto che avrebbero scatenato le sue dichiarazioni d’amore nei confronti di Putin. Il leader americano, durante la conferenza stampa, si era mostrato docile e “ammaestrato” dal presidente russo. Trump, tra lo sconcerto di politici e giornalisti americani, aveva praticamente negato l’esistenza di un Russiagate. Andando contro, di fatto, alle sue stesse agenzie di intelligence.
L’ondata di sdegno che si è sollevata subito dopo la fine del meeting con Putin avrà forse riportato Trump con i piedi per terra. Il presidente degli Stati Uniti deve così aver realizzato di averla sparata grossa, perché la sua marcia indietro questa volta è davvero clamorosa.
Errore di pronuncia
La giustificazione usata da Trump per placare le proteste nei suoi confronti è quella di aver sbagliato a formulare la frase. “Mi rendo conto che c’è bisogno di un chiarimento“. ha infatti ritrattato il presidente. “Volevo dire ‘non vedo perché la Russia non debba essere ritenuta responsabile’ per le interferenze nelle elezioni americane. Intendevo dire l’opposto“.
La rettifica del suo sodalizio d’amore con Putin arriva così, in fretta e furia. Un amante poco fedele Trump, che torna subito a giurare fedeltà al suo paese. “Ho piena fiducia e sostegno nell’intelligence degli Stati Uniti, accetto le conclusioni degli 007 sulle ingerenze russe nelle elezioni“. Dichiarato il contrario di quanto aveva affermato il giorno prima, Trump prova così a riparare allo scivolone che, questa volta, appare imperdonabile.
Critiche da tutti i fronti, questa volta il presidente è davvero solo
Negli Usa, le polemiche che hanno investito Trump non sono arrivate solo dall’opposizione. A scagliarsi contro la performance del tycoon americano dinanzi allo storico rivale russo sono stati davvero tutti. Compresi i repubblicani, imbarazzati dal comportamento del loro stesso alleato. Durissima la linea dei giornali. Ha parlato di “imbarazzo personale e nazionale” il Wall Street Journal, portavoce dello sgomento di una nazione intera.