AVERSA – Il ricordo di quello che è stato l’ex ospedale psichiatrico “Santa Maria Maddalena” è ben chiaro nella mente dello psichiatra Giuseppe Ortano, dirigente dell’Asl Caserta 2 e membro di “Psichiatria Democratica”, la società italiana fondata da Franco Basaglia. Ed è l’occasione per discutere con lui di ciò che ha fatto in questi anni il movimento che sostiene la liberazione del paziente dalla segregazione manicomiale.
Il riepilogo degli ultimi accadimenti
“L’ospedale normanno venne chiuso nel ’96-’97 circa. L’ultimo paziente credo sia stato dimesso nel 1998. Alla chiusura dei nosocomi psichiatrici seguì la nascita delle Rems (le odierne strutture riabilitative per malati psichiatrici, ndr). Il nuovo ministro dell’Interno, in questi giorni, ha sostenuto la necessità di riaprire i manicomi. Lo avrà detto sulla scorta di alcuni recenti episodi di cronaca, come quello di Sessa Aurunca. E il concetto chè è passato è nuovamente quello della priorità della sicurezza rispetto alla cura della persona. In realtà bisognerebbe ragionare diversamente. E’ necessario impiegare maggiori risorse a sostegno dei pazienti psichiatrici ma soprattutto per affrontare i loro momenti di crisi. Non certo isolandoli. Molte delle emergenze territoriali si recano all’esterno del proprio ambito di appartenenza se non addirittura fuori regione. E’ un esodo che bisogna fermare”. Dall’altro lato c’è poi la fuga verso il privato.
Risorse da investire
“Credo che sia necessario investire maggiori risorse nel pubblico – racconta il dottor Ortano – Le risorse che vengono impiegate per la salute mentale sono sottodimensionate. Al settore dovrebbe essere destinato il 5% dei fondi mentre, ad oggi, dobbiamo ritenerci fortunati se riusciamo a raggiungere il 2%”. E sulla Legge Basaglia, a quarant’anni dalla sua approvazione, afferma: “Ritengo che debba essere tutelata. E’ stata una conquista per tutti noi. La salute mentale non è soltanto una questione specialistica. Necessita del coinvolgimento di familiari, di persone che sono vicine al paziente”.
Il ruolo dello psichiatra
“Lo psichiatra, inoltre – afferma Ortano – non può ridursi soltanto all’intervento medico. Ci sono aspetti che vanno valutati a tutto tondo. L’aspetto sanitario e quello sociale non possono essere scissi”. La dice lunga la frase di Basaglia scelta dal dottore per sintetizzare il suo discorso: “Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente. Ora sappiamo che c’è un altro modo di affrontare la questione, anche senza la costrizione”.