Roma (LaPresse) – Per combattere la sua crociata contro l’azzardopatia e le scommesse che “stanno devastando culturalmente la nostra società” il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, decide di attingere dal suo vissuto familiare. “Mio nonno ha sempre giocato al lotto. Ma non si poteva farlo ogni dieci minuti”, il pensiero con il quale il capo politico del M5S spiega la sua decisione di inserire nel decreto dignità una stretta alla pubblicità del gioco d’azzardo legale “applicando la stessa normativa delle sigarette“.
“L’80% delle persone che si avvicinano al gioco d’azzardo lo fanno tramite la pubblicità in Tv ed online“, dice ancora dopo una tavola rotonda alla Cittadella della carità Santa Giacinta a Roma tenendo stretto le mani un dossier sull’argomento mostratogli dalla Caritas. “Non è solo una questione sociale ma anche di tipo economico. Se liberiamo i miliardi di euro che stanno finendo nelle casse delle società del gioco d’azzardo possiamo farle finire nell’economia reale – racconta -. Quando combattiamo il gioco d’azzardo stiamo facendo anche un piccola manovra economica“.
Il ministro del Lavoro vuole limitare le pubblicità di scommesse
E la stretta alla pubblicità, avverte, “è solo il primo punto”. “Per ora abbiamo agito in modalità pronto soccorso, ma c’è ancora molto da fare“. “Regolarizzare perché ora siamo alla liberalizzazione selvaggia ma senza proibizionismo“, rassicura il vicepremier. Che non risparmia comunque una stoccata agli operatori del settore che hanno criticato il decreto dignità in maniera anche piuttosto aspra. “Hanno la possibilità di fare audizioni in commissione“, dice liquidando la questione.
I prossimi passaggi sono quelli relativi alla regolamentazione dell’attività di gioco, ad esempio togliendo le sale slot dalle vicinanze delle scuole. E proprio agli insegnanti si rivolge Di Maio in un passaggio del suo ragionamento. “Trasmettete ai vostri studenti il pericolo dell’azzardopatia“, dichiara “negli ultimi 4 anni il numero dei giocatori è raddoppiato”.