Milano (LaPresse) – “Che ci siano delle azioni contro persone di colore questo è un dato di fatto ma non è un fatto di quest’anno. Finalmente ora, e dico finalmente, queste aggressioni fanno notizia. Ben venga. È in atto il meccanismo di notiziabilità. Ma se si utilizzano questi casi per dire che il governo sta fomentando il razzismo io respingo al mittente le accuse. I dati parlano chiaro. Questi episodi si verificavano anche negli anni precedenti. Più se ne parla e più la società si interroga su quanto sia imbecille e criminale chi fa queste cose. Spero che li mettano in galera il prima possibile“. Così Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio, ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro ai microfoni di Nicole Ramadori a Radio anch’io (Rai Radio 1).
Se la gara sull’Ilva non è fatta a regola d’arte, Di Maio minaccia di ritirarla
“Per me il piano ambientale e occupazionale non sono soddisfacenti. Il futuro è legato a due cose. Uno è che se la gara non è fatta a regola d’arte io non posso mandarla avanti. E se l’avvocatura dello stato mi dice che si rischia di non tutelare l’interesse generale dei cittadini io la devo ritirare. Dall’altra parte, siccome i tempi sono quelli che sono e io non ho certezza rispetto ai pasticci che hanno combinato quelli di prima, allora io sto portando avanti i tavoli con i sindacati e con Arcelor Mittal. Qui c’è un’altra follia: quello di prima – il precedente Ministro dello Sviluppo economico – ha firmato in gran segreto l’accordo per far entrare Mittal nello stabilimento in cui c’è scritto che ci saranno 3 mila persone che vanno in mezzo a una strada. Il termine del 15 settembre è solamente tecnico. Potremmo decidere anche prima. Ce lo deve dire la legge. Ovvero l’avvocatura generale”, conclude Di Maio.