ROMA – Quando appare una crepa nella diga di solito si ha poco tempo per ripararla prima che l’andare implacabile dell’acqua sfondi la muraglia di cemento sprigionando tutta la sua furia. Questo esempio, trasportato sul piano squisitamente politico, spiega perfettamente come si perde e guadagna il consenso. Ed è quello che sta accadendo al centrodestra. Si è aperta, il 4 marzo, una crepa nella diga del consenso di Forza Italia e Silvio Berlusconi non è stato in grado di ripararla. E quel buco, quella ferita, si ingrandisce ogni giorno di più. L’acqua del consenso sta andando verso la Lega di Matteo Salvini. E pare non ci siano più rimedi. Lo dicono i sondaggi, lo dicono gli spostamenti di ceto politico nei territori. Berlusconi sta perdendo tutti i voti che stanno inesorabilmente andando dal leader del Carroccio. E Salvini lo sa bene: “Fino a oggi ho lavorato per fermare la migrazione di parlamentari e consiglieri che sono attratti da noi“.
Elettori, militanti e amministratori locali: la Lega fa asso pigliatutto
Basta prendere i sondaggi dell’ultimo mese di qualsiasi istituto di ricerca. Ma, ancor di più, basta entrare in un bar e scambiare quattro chiacchiere con le persone in attesa del caffè. Mettere l’orecchio a terra. Chi, negli ultimi 20 anni, ha votato Silvio Berlusconi sta andando, se non è già andato, tra le braccia di Matteo Salvini. Fi è scesa nei sondaggi assestandosi, in media, tra il 7% e il 9%. Mentre la Lega è salita a percentuali fino a qualche mese fa impensabili. Per alcuni istituti è addirittura il primo partito d’Italia, superando anche la concorrenza dei partner di governo dei 5 Stelle.
Salvini alla conquista di Forza Italia e del Sud
Il centrodestra continuerà ad esistere. Su questo non ci piove. Sono ancora tanti i comuni e le regioni dove Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia governano insieme. Ma il leader della Lega ha rotto gli indugi: “Chi vuol venire da noi è il benvenuto“. Oltre ai voti, che è poi la cosa che conta, la migrazione di amministratori locali e parlamentari sta già avvenendo. Più o meno silenziosamente. Se l’addio di Alessandra Mussolini è l’ultimo campanello d’allarme, non è quantificabile il numero di consiglieri locali, assessori ed esponenti territoriali di Fi, ma anche di FdI, che sta andando vero la Lega. E sta accadendo anche al sud. Se la linea politica, che poi è la cosa che più conta, di Salvini sta sfondando nel Mezzogiorno, c’è anche una grossa fetta di esponenti di Fi che nelle terre a sud di roma sta salendo sul Carroccio.
Berlusconi non ha più utilità politica
I motivi sono tanti. C’è il potere. Certo. Ma soprattutto Forza Italia sembra aver perso funzione politica e storica. Non ha linea politica. Rappresenta si il mondo moderato, ma lo fa per certi versi anche il Pd. Ed anche lo stesso Salvini, capace per ora di parlare più linguaggi. La Forza Italia di Silvio Berlusconi rischia di fare la stessa fine del Pd di Renzi, con percentuali ovviamente diverse. O come il movimento di Sarkozy in Francia, che ha perso le primarie dei conservatori raggiungendo un misero 6%. La domanda vera, a questo punto, è un’altra: se guadagnare consenso appare facile, come mantenerlo? Questa è la prossima sfida, tutt’altro che facile, a cui va incontro il segretario leghista.
L’irrilevanza politica delle opposizioni
A dare una mano all’ascesa di Salvini è la totale mancanza di una opposizione credibile e politica. Se nella società delle resistenze ci sono, ed è un bene in un regime democratico, sul piano politico e culturale l’opposizione non c’è. Il Pd non ha ancora una linea politica e stenta ad abbandonare una volta per tutte il disastro renziano. Gli altri partiti della sinistra sembrano non avere il fisico. A destra il partito di Giorgia Meloni è in crisi nera. Il dualismo 5 Stelle-Lega invece si declina su altri piani. Quello che manca alle opposizioni, senza troppi giri di parole, è la politica. Salvini, senza entrare nel merito, una linea politica in campo l’ha messa. E i frutti sono sotto gli occhi di tutti. Gli altri no. Per ora sembra che il destino della Lega, nel bene o nel male, sia tutto in mano della Lega stessa.