ROMA – Approvarlo prima della pausa estiva è complicato. Se l’ok al Milleproroghe dovesse slittare al settembre, alla riapertura delle scuole i genitori dei figli da iscrivere ai nidi e alle scuole materne dovranno presentare l’autocertificazione delle avvenute vaccinazioni. Al decreto il via libera del Senato è atteso per domani.
Il testo ‘transitorio’
Il testo, in deroga transitoria alla legge Lorenzin, prevede appunto che per la frequenza del prossimo anno scolastico 2018-19 basterà l’autocertificazione. Si tratta di una dichiarazione sostitutiva delle vaccinazioni effettuate, da presentarsi alle scuole. “In ogni caso – ha già precisato il Ministro della Sanità Giulia Grillo – la mancata presentazione della documentazione non comporterà la decadenza dell’iscrizione scolastica”. In particolare, la circolare precisa che per i minori da 6 a 16 anni, quando non si tratta di prima iscrizione scolastica, resta valida la documentazione già presentata per l’anno scolastico 2017-2018. Se il minore non deve effettuare nuove vaccinazioni o richiami e per i minori da 0 a 6 anni e per la prima iscrizione alle scuole (minori 6 – 16 anni), basta una dichiarazione sostitutiva di avvenuta vaccinazione. In alcuni casi, varrà anche l’autocertificazione che attesti l’avvenuta prenotazione alla Asl per effettuare le vaccinazioni.
Regioni pronte ricorrere alla Consulta
“La proroga dell’obbligo vaccinale – ha affermato Antonio Saitta – è un passo indietro”. L’assessore alla Sanità del Piemonte e coordinatore della commissione Salute della conferenza delle Regioni, ha rinnovato l’invito al ministro Grillo ad ascoltare gli altri enti: “Vogliamo essere sentiti, serve una intesa con le Regioni. Lavoriamo perché non passi in Parlamento, altrimenti siamo pronti a ricorrere alla Consulta, perché la Sanità non è una materia esclusiva di competenza dello Stato”.
Un passo indietro
“I vaccini non sono un fatto burocratico – ha osservato Saitta – ma la più grande modalità di prevenzione. Consentono di ridurre le malattie gravi e mortali e, in alcuni casi, addirittura di eliminarle. La proroga è un segnale negativo per chi ha deciso di vaccinare i propri figli, che sono la stragrande maggioranza. C’è il rischio di fare davvero un passo indietro su un tema fondamentale per la salute dei cittadini. Come Regioni chiediamo al governo di essere sentiti, perché serve una intesa con le Regioni. Qualora il governo non volesse farlo, e l’emendamento con la proroga dovesse essere approvato, allora abbiamo due strade. Da un lato c’è la possibilità di riprendere il lavoro sull’obbligo vaccinale che le Regioni avevano già fatto, interrotto per arrivare alla legge Lorenzin. Dall’altro valutiamo di riccorrere alla Consulta, perché la sanità non è competenza esclusiva dello Stato”.
Grillo: si alla vaccinazione dei bambini
“Ribadisco che i bambini dovranno continuare a essere vaccinati e i genitori – ha chiarito Giulia Grillo – dovranno ancora presentare le certificazioni. E’ stata sospesa per un anno una delle tre forme sanzionatorie della legge che prevede il non accesso dei bimbi non vaccinati ad asili nido e materni. Nessun passo indietro sull’obbligo vaccinale”.
Fontana, importante il libero arbitrio
Grillo ha anche affermato che “insieme al ministro dell’Istruzione” garantirà “a tutti i bambini immunodepressi, quelli che non possono scegliere se vaccinarsi o meno, l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale”. “In questo modo – ha proseguito il ministro della Sanità – daremo priorità a chi non può scegliere rispetto a chi può scegliere di vaccinarsi e decide comunque di non farlo”. “Come rappresentante del governo – ha concluso la Grillo – farò di tutto per la promozione attiva delle vaccinazioni”.