MILANO – Provarci o restare. Bissare l’esperienza da sindaco o tentare il ‘salto’. Per Giuseppe Sala è tempo di decisioni. Fra meno di due anni nel capoluogo lombardo si voterà per le amministrative. Ma nel fronte anti-populista gli spazi vuoti sono tanti. Troppi. E l’attuale primo cittadino desidera occuparne qualcuno: trasformarsi da una guida cittadina ad un leader nazionale.
Le ambizioni di Sala
Senza mai averlo detto esplicitamente Sala è convinto di avere tutte le carte in regola per ereditare la leadership del centrosinistra. Il progetto penta-leghista non gli piace. Lì dentro, ha sostenuto più volte il sindaco, c’è ancora troppa incompetenza. Assenza di strategia.
I problemi con Roma
E fin quando a Roma ci sarà un governo non-amico la sua Milano rischia pure di rallentare. E’ successo con i Giochi 2026: dalla Capitale non gli è arrivata nessuna chiamata per affrontare (risolvere) i problemi fatti emergere con il suo ‘no’ alla proposta di Malagò.
Il Parlamento salvo colpi di scena ha una maggioranza che gli garantirà di governare spedito (o quasi) per i prossimi anni. Sala al momento non vuole lanciarsi in sfide impossibili. Soprattutto non vuole fare mosse fuori tempo. Medita e studia. Aspetta il 2020, quando a Milano si cominceranno a mettere nero su bianco i nomi dei papabili candidati ad amministrare la città.
L’ombra di Zingaretti
Sala, in realtà, non è l’unico politico che aspira a guidare il centrosinistra. E’ sicuramente il personaggio più in vista al nord. Sostanzialmente ha amministrato bene. E Milano è una metropoli che aiuta a governare bene. Ma al sud con buon anticipo ha iniziato a muoversi pure Nicola Zingaretti. Il presidente della Regione Lazio in casa Pd è considerato il veltro che potrebbe far dimenticare la gestione Renzi.
Prima di confrontarsi con i giallo-verdi i democrat dovranno giocarsi una partita interna importantissima. Per ora si prospetta uno scontro a due. Salza vs Zingaretti. Ma al momento è solo uno scenario di piena estate.