ROMA – Nuovo caso Aquarius. L’imbarcazione era in mare aperto da due giorni, rimasta quasi senza cibo e acqua, ma non ha voluto essere salvata. Non hanno accettato di salire a bordo di una nave umanitaria, preferendo continuare, con grande rischio, di navigare verso Lampedusa. E l’Italia gli ha quindi negato l’attracco. Così il ministro Danilo Toninelli su twitter: “L’ong Aquarius è stata coordinata dalla Guardia Costiera libica in area di loro responsabilità. La nave è ora in acque maltesi e batte bandiera di Gibilterra. A questo punto il Regno Unito si assuma le sue responsabilità per la salvaguardia dei naufraghi“. Insomma, un problema di Londra. Poco dopo, è Matteo Salvini a rilanciare: “Proprietà tedesca, noleggiata da Ong francese, equipaggio straniero, in acque maltesi, battente bandiera di Gibilterra. Può andare dove vuole, ma non in Italia!”.
Il soccorso rifiutato
Nel pomeriggio di ieri, l’Aquarius aveva individuato una barchino con nove uomini e due ragazzini. Ma la risposta dei naufraghi è stato perentoria: “No grazie, andiamo a Lampedusa”. Dall’Aquarius hanno verificato che non ci fossero emergenze mediche, distribuito salvagenti, e viveri e li hanno lasciati andar via. Probabilmente ad oggi, dopo gli ultimi casi di attracchi negati, dalla Tunisia sanno bene che c’è maggior possibilità di arrivare in Italia da soli che a bordo di navi Ong.
L’Aquarius va verso nord
Il barchino che ha rifiutato aiuti era stato indicato dal centro di coordinamento della Libia. L’Aquarius, con a bordo 141 migranti, a quel punto si trovava già in zona Sar Maltese. Così ha proseguito il suo viaggio dopo che il coordinamento libico ha ordinato di chiedere ad un altro paese l’indicazione del porto dove sbarcare i migranti già presi venerdì scorso. Ora l’imbarcazione ha virato verso nord, dopo il no perentorio di Malta e la consapevolezza che i porti dell’Italia per loro restano chiusi.