TORINO – Marchisio lascia la ‘vecchia signora’. Conta solo la Juventus: tutti utili e nessuno indispensabile. Le bandiere non ci sono più. Anzi, non le vogliono più: l’unica rimasta, infatti, è stata lasciata andar via senza troppi fronzoli.
Una storia durata 25 anni
Marchisio non è né Del Piero né Buffon. I panni di capitan-futuro, come Daniele De Rossi nella Roma, non ha mai potuti indossarli: l’anagrafica non l’ha aiutato. E poi è stato schiacciato troppo tra la figura (imponete) dell’ex portiere campione del mondo e il leaderismo difensivo di Chiellini e Bonucci. Ma ha rappresentato la squadra del dopo Calciopoli, quella che ha fatto il lavoro duro, scendendo in B e risalendo. La sofferenza e la gioia di 25 anni di matrimonio non sono serviti. Il ‘principino’ ha rescisso il contratto. Aveva un accordo per altri due anni (3 milioni e mezzo di euro netti a stagione). Avrebbe avuto poco spazio in campo: dopo l’infortunio Allegri ha iniziato a tenerlo ai margini della squadra. Non più perno del centrocampo, ma soltanto una buona alternativa ai titolarissimi. E la società, fattore non di poco conto, voleva risparmiare.
Il futuro tra Francia e Cina
Marchisio non vuole giocare in Italia. L’ipotesi di un suo trasferimento in Canada non è fattibile. E’ plausibile invece un suo ricongiungimento con Buffon, al Psg, o un trasferimento ‘ricco’ in Cina.
“Il bene della squadra prima di tutto”, ha scritto Marchisio sui social. E la Juventus agisce proprio così: tutti utili e nessuno indispensabile. Neppure il ‘principino’, dopo i suoi 25 anni di amore con la vecchia signora, dopo 7 scudetti e quattro successi in Coppa Italia.