BUENOS AIRES – “Chicha è morta, ma la sua battaglia di libertà vive attraverso di noi. Per sempre“, è questo l’ultimo saluto a Maria Isabel Chorobik de Mariani, per tutti ‘Chicha’, morta a 94 a La Plata in Argentina. Era la fondatrice delle ‘Abuelas de Plaza de Mayo’, il movimento delle madri-nonne fondato nel 1977 per cercare i nipoti strappati alle famiglie dalla dittatura militare argentina tra il ’76 e l’83. Una delle pagine più atroci dell’Argentina e forse del mondo della seconda metà del ‘900. I cosiddetti Desaparecidos, ragazzi scomparsi nel nulla durante la ‘dictatura’.
La battaglia di Chicha Mariani contro la dittatura militare in Argentina
La vita di Chicha Mariani si lega alle battaglie delle donne durante la dittatura militare. I Desaparecidos erano i ragazzi dissidenti scomparsi nel nulla. A molti di questi ragazzi, venivano strappati i figli per poi affidarli a famiglie militari. Si calcola che sono 400 i bambini sottratti: oltre 120 sono stati ritrovati. Clara Anahi, nipote di Chicha, aveva solo tre mesi quando nel ’76 fu sottratta ai genitori: Daniel Mariani e Diana Teruggi, due ‘montoneros’, movimento di guerriglia. Furono assassinati e la loro figlia ‘rubata’.
Madri di figli assassinati, nonne di nipoti rubati
Da qui nascono le battaglie delle mamme dei desaparecidos e nonne dei ‘bimbi rubati’. Da qui nasce la battaglia di Chicha. Sulla scia delle Madri de Plaza de Mayo, decine di donne seguirono le orme della Mariani: girare caserma per caserma alla ricerca di nipoti e giustizia. Anche dopo il crollo delle dittature, l’associazioni di nonne e madri ha proseguito il suo lavoro. E anche quella dei fratelli e delle sorelle sopravvissute alla razzia di bambini dei militari durante la dittatura.
“Siamo le madri dei nostri nipoti”
“Siamo le madri dei nostri nipoti”, è uno degli slogan delle donne. Mamme di ragazzi assassinati, nonne di bambini rubati. In tante sono ancora alla ricerca. Così come lo era Chicha, che non potrà più riabbracciare la sua Clara. Non è stata ancora ritrovata, ma l’azione delle associazioni va avanti. “No detenemos”, non ci fermiamo, si legge sui social accanto al nome e al ricordo di Maria Isabel Chorobik de Mariani. Sperando che la giustizia trovi la sua strada per vincere. Ancora una volta.